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ventilata chiusura ippodromi

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2011 13:33
14/12/2011 11:50
 
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In tema di strategie governative mirate al risparmio e tanto per restare in argomento mi torna alla mente un servizio alla TV di qualche anno fa
A Catania da anni le corse si disputano in clandestinità sotto gli occhi di tanti
Le scommesse sono da capogiro e la curiosità di entrare nel vivo della situazione ha spinto alcuni cronisti di assalto a toccare con mano la realtà della sistuazione
Forse dire toccare con mano sarebbe troppo, è bastato solo accarezzarla in uno scenario notturno su una strada periferica dove un cavallo di trotto veniva allenato
Il successivo contatto ha portato il cronista davanti al proprietario che gli ha illustrato la situazione invitandolo nella stalla dove il cavallo dimorava
Fino a quel momento nulla da dire, tutto in ordine, pulito e funzionante; anche una flebo che pendeva dal soffitto e necessaria per rianimare il cavallo eventualmente "stressato"

Ciao



22/12/2011 18:19
 
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copio e incollo da un mio amico su fb
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Appello degli ippici al Presidente Napolitano


APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ED AI MINISTRI DELL’ECONOMIA E FINANZE, DELLE POLITICHE AGRICOLE, DELLO SVILUPPO ECONOMICO E DEL LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Siamo arrivati alla resa finale: lo Stato taglia 100 milioni di euro e mette l’ippica italiana nelle condizioni di dover chiudere.
La recessione in corso ci ha abituati a vedere sui telegiornali lavoratori e sindacati che si battono, spesso con l’appoggio della popolazione, contro la chiusura di fabbriche a difesa dei posti di lavoro, anche di poche centinaia di lavoratori.
Nel nostro caso sono in ballo migliaia e migliaia di persone che saranno a breve senza lavoro, con effetti disastrosi anche sull’indotto.

Non si tratta di una crisi di aziende private che chiudono per errori propri, ma è lo Stato che fa fallire l’ippica, mette sul lastrico migliaia di famiglie e manda al macello oltre 15mila cavalli privilegiando giochi d’azzardo pericolosi per i giovani e le loro famiglie.

Lo Stato, dopo aver gestito in maniera distruttiva le scommesse ippiche attraverso l’AMMINISTAZIONE AUTONOMA DEI MONOPOLI DI STATO (AAMS), ha deciso di non sostenere più il settore.
Non si chiede un contributo per un settore in crisi, come impropriamente si vuol far credere, ma di un oggettivo risarcimento per i danni provocati dalla politica dissennata di AAMS e di un riconoscimento e una remunerazione per aver costruito sulle reti di distribuzione delle scommesse ippiche buona parte del grande sviluppo del “GIOCO PUBBLICO” che chiuderà il proprio bilancio 2011 con oltre 80 miliardi di Euro di movimento (di cui circa 11 per l’erario).
Ultimo segnale di una precisa strategia distruttiva del nostro mondo, lunedì scorso il Ministero dell’Economia ha avuto il coraggio di autorizzare le scommesse sulle corse virtuali realizzate con i computer quale prodotto sostitutivo dell’attuale competizione sportiva.
Al lettore offriamo tre Considerazioni, amareggiati di dover chiedere solidarietà per un’attività che è sempre stata finanziariamente autosufficiente prima della gestione AAMS, anche pagando imposte importanti (nel 2011 circa 180 milioni di Euro) e promuovendo l’Italia nel mondo con prestigiosi campioni quali Ribot, Tornese, Molvedo, Delfo, Ramonti, Falbrav, Varenne e tanti altri:

1^ CONSIDERAZIONE
E’ possibile che lo Stato, che incasserà nel 2012 circa 12 miliardi di Euro di sole imposte dal “GIOCO PUBBLICO” sfruttando le reti ippiche e boicottando le nostre scommesse, non trovi risorse adeguate per non far fallire l’ippica italiana, attività di prestigio della nazione e di infinita valenza per un mondo agricolo in costante difficoltà e di grande valore socio-culturale che dà lavoro a migliaia di famiglie?
2^ CONSIDERAZIONE
E’ possibile che lo Stato non senta la necessità di attuare una opportuna azione di governo, per invertire la politica di gestione delle scommesse da ristrutturare, unitamente all’organizzazione delle corse, garantendo un futuro all’intero settore ippico?

3^ CONSIDERAZIONE
Come può uno Stato che spesso interviene per salvare l’occupazione di aziende in difficoltà senza averne nessuna responsabilità, avallare la distruzione di diverse migliaia di posti di lavoro e l’eliminazione di 15mila cavalli, ben sapendo che la responsabilità è tutta sua che attraverso AAMS (Ministero dell’ Economia e delle Finanze) e UNIRE (Ministero dell’Agricoltura) ha gestito gli ultimi 12 anni senza lasciare nessun potere decisionale né agli ippodromi, né alle categorie ippiche?

APPELLO:
L’ippica italiana, pur consapevole della drammaticità del momento chiede alle autorità in indirizzo di voler prendere atto della disperata situazione del settore e di impegnarsi perché non venga disperso un patrimonio di lavoro, di sport e di cultura sempre autosufficiente da più di cent’anni.








22/12/2011 19:55
 
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e basta piangersi adosso
visto come gestiscono gli ippodromi che chiudano
che siano trasparenti x prima cosa
e il resto viene da solo

raccontateci quando vincete solo voi i montepremi pagati dai cretini di giocatori trasparenza sulle vincite

ce crisi ce crisi ce crisi e non solo nell'ippica [SM=g1430702]

auguri teddy
22/12/2011 21:13
 
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Credo che....
il comparto ippico non vada lasciato fallire e vada tutelato, al di là della poca trasparenza voluta dalle Istituzioni e della delinquenza di pochi che c'è nell'ippica , come nelle altre discipline sportive tutte, come il calcio insegna in questi giorni.
La dissennata gestione del comparto ippico negli ultimi anni sta a dimostrare che la colpa della situazione che si andrà a verificare dal 1° gennaio non è di chi lavora nel settore, nè dei cavalli che corrono e che saranno i primi a rimetterci la...pelle, ma dalla mancanza di idee e di imprenditorialità di coloro che sono stati e sono preposti a creare nuovi e più remunerativi sviluppi al settore; l'abolizione della tris al venerdì che incassava diversi miliardi con l'impiego di fior di campioni, anche in numero di 22 unità al trotto e campi esauriti al galoppo, sostituita con una infinità di tris di scarsa qualità e ripetitive che hanno allontanato i giocatori; la mancanza di trasparenza quale invece c'era un tempo che permetteva di conoscere dove venivano realizzati sia i dodici, gli undici ed i dieci al totip e le tris del venerdì; l'abolizione del Totip che tanti miliardi aveva portato in cassa e che vivacchiava bene o male, inserendo un nuovo gioco V/ che risulta esere un'offesa per l'intelligenza del giocatore e che è miseramente fallito come il totogol...queste le cause del probabile fallimento del comparto ippico; ma le migliaia di persone e le famiglie che stanno loro dietro, non meritano di rimanere senza lavoro in un momento come questo e quindi auspico per loro un ravvedimento dello Stato affinchè quei cento milioni siano presi da altre partite in bilancio e consentano all'Ippica di continuare a vivere.

Zebu
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