Un ricordo nella nostra bacheca del Grande Edy Gubellini!!!

Edoardo Gubellini, Edy per chi lo conosceva, lo meriti ampiamente per i suoi trascorsi e le sue tante ed importanti vittorie ed anche per la sua competenza e gentilezza come uomo di sport di altri tempi..questo avevo capito sentendolo parlare ai microfoni UNIRE di tris con Liliana Pennati e il giornalista Milani.
Una grande "sapienza" di trotto e magnifiche spiegazioni sulla tris del giorno che mostravano l'intelligenza dell'Uomo e nello stesso tempo la dolcezza del suo parlare d'Ippica....molte le volte in cui vinsi applicando i suoi perfetti consigli pochi minuti prima della corsa..
Ora non c'è più..io non l'ho mai conosciuto, ma è come se mi fosse venuta a mancare una persona cara, una persona che tanto avrei voluto vedere e conoscere da vicino perchè avrebbe significato per me conoscere un "pezzo" importante della Storia dell'Ippica Italiana, quella che ormai non esiste più, quella fatta del sudore della fronte e di giornate, come raccontava il signor Edy Gubellini, che iniziavano alle sei dimattina e terminavano alla mezzanotte.....
Ecco scrivendo ogni giorno in Ippicando, ritengo doveroso che rimanga nella nostra bacheca un post dedicato alla memoria di Edy Gubellini, affinchè si ricordi sempre quest'uomo a detta di tutti quelli che lo conobbero, dolce e gentile ma con un'enorme grinta quando guidava....lui, figlio del fantino Pietro che montò Nearco, il più grande cavallo di tutti i tempi e che morì a soli 37 anni per una costola che gli perforò il polmone dopo una caduta, senza che nessuno se ne accorgesse e padre di Pippo (Pietro) che già così giovane ha scritto pagine importanti del trotto italiano.....Edy, uno "spartiacque" tra due grandi generazioni...la vecchia e la nuova....
Riposa in pace!

Zebu


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

La Gazzetta dello Sport così ha ieri scritto in occasione della sua morte....


"Ippica, addio Edy Gubellini, ultimo mago del grande trotto italiano

Si è spento a Milano, colpito da una grave ischemia. Nato come fantino, ha vinto tutto in sulky: dal Derby al Nazioni.


18 agosto 2015 - MILANO

Un benemerito dell'ippica italiana, un grande uomo di cavalli, uno sportivo autentico. Questo e molto altro è stato Edoardo Gubellini, che, dopo essere stato colpito da una grave ischemia mercoledì scorso, si è spento domenica sera a Milano. È andato a raggiungere i suoi «amici-nemici» degli anni d’oro, Vivaldo Baldi, Romolo Ossani, Vittorio Guzzinati, William Casoli, Walter Baroncini, e Sergio Brighenti, l’artefice del decisivo salto di qualità milanese, dopo l’apprendistato alla corte di Orlando Zamboni e di Umberto D’Errico a Napoli. Tutti ben più grandi di Edy, classe 1937, che del trotto italiano è stato dunque autorevole testimone e indiscusso protagonista sia della stagione dei mostri sacri, dei campioni e dei grandi proprietari, sia dell’età del declino. Per merito, certo, avendo vinto tutte le classicissime del nostro circuito, tra cui il Derby del 1977 con Eskipazar, il Nazioni del 1985 con Micron Hanover, il Nazionale del 1987 con Gaian Quick e l’Europa del 1992 con Narissò, realizzato a Bareggio un centro di allenamento-modello e contribuito ad accendere la stella del figlio Pippo. Ma anche un po’ per caso, o meglio, per ragioni di peso.

Ippica a 360° — E sì, perché nel nome del padre, Pietro, indimenticato fantino di Nearco e della Dormello Olgiata, formatosi sotto la guida dell’emiliano Alberto Chantre e morto il 12 ottobre 1946, per i postumi di una caduta rimediata a San Siro, in coppia con Arcellasco, nel Premio Chiasso, Edy sarebbe dovuto diventare jockey professionista. Da allievo, alle dipendenze di Mario Benetti, una corsa riuscì anche a vincerla, a Torino, in sella al portacolori della Fert, Bobinò. Poi però, vista l’impossibilità di fare il peso, gli fu consigliato di darsi al trotto e mai suggerimento si rivelò più azzeccato.

nel nome di Brighenti — Sotto l’ala del Pilota, a San Siro, Gubellini riuscì infatti ad imparare tutti i segreti e le magie che gli hanno permesso di diventare un asso della guida, oltre che un ottimo allenatore, un grande amico di indimenticati proprietari, come i Gorrini e i Grassetto, e soprattutto uno straordinario maestro. A dimostrarlo sono gli straordinari risultati del figlio Pietro, che, saggiamente spedito ormai quasi trent’anni fa da Edy alla corte de "le Pape" Gougeon, per perfezionare stile e acume tattico, è ora chiamato a raccoglierne la gloriosa eredità.

I funerali — Gli appassionati invece, che domani alle 14.45 potranno salutare per l’ultima volta Edy nella Basilica di Sant’Ambrogio, ne ricorderanno per sempre lo spirito vincente e la dedizione al lavoro."


Enrico Landoni

Edoardo Gubellini in sulky nel 2013



dal Corriere dello Sport..Padre e figlio insieme..