se guardassimo intorno
Di chi, parlo non è uno qualsiasi, é uno fresco di laure e ha 30 anni.
A chi si era rivolto per essere accreditato presso una direzione aziendale è stato impossibilitato da sensazioni irrefrenabili e contingenti che non gli hanno permesso di soddisfare la sua richiesta, per cui, ha deciso di adottare questo metodo, icastico e asettico mettendo nero su bianco su come pensa di essere, cioè, come si riconosce.
E VIA:
NON HO FATTO MAI NULLA DI GRANCHÈ’.
Mi sento pervaso da inquietologia. Sono ribelle a questo sistema Italia Non soffro di timore reverenziale Sono vittima di influssi esogeni costellati di critiche e pettegolezzi; Vorrei srotolare sensazioni, concetti, teorie di una mente complessa pervasa da insaziabile desiderio di giustizia, correttezza e onestà; Io non voglio essere coerente e odio chi lo è perché chi è coerente non è portato allo sviluppo e al cambiamento Il mio rispetto per il prossimo rasenta il servilismo ma, non sono schiavo delle circostanze. Sono un ribelle in una società dove valori innati stanno scemando di giorno in giorno. Non godo di protezioni Io sono tutto questo ma non un fesso Sono un italiano puro
Se lo farà, ciò gli consentirà di farsi accettare nella nuova realtà aziendale che non è l’Ik……..? Lo spero e gli auguro una buona dose di fortuna. Allora mi chiedo: ne vale la pena se non si è raccomandati? E quanti di noi sono così o si vedono così, e, senza raccomandazioni? Sicuramente in molti !!! Male che vada restiamo quello che siamo: purtroppo, anche noi coerenti Saluti Pino Verbari