Intolleranza religiosa
La Confessione dei testimoni di Geova è portatrice di ideologie assolutamente totalizzanti e spersonalizzanti? Questo è quello che i detrattori, sostenuti da alcuni sacerdoti e individui che hanno frequentato le scuole serali e si assurgono a critici competenti e studiosi di fenomeni (?!).
Sorprende che questa accusa venga mossa da sacerdoti i quali per vocazione lasciano tutto, compresa una vita normale, si obbligano al celibato perenne e seguono la "chiamata" ricordando le parole del Signore "Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me".
Dimenticano forse la vita monacale di clausura o gli ordini dei Trappisti o dei Francescani o altri ordini religiosi, con vari voti di isolamento, di celibato perenne, di povertà assoluta, di obbedienza assoluta
perinde ac cadaver? Ordini che talvolta impongono una vita del tutto al di fuori del contesto sociale e sanitario notevolmente diversa da quella normale.
Ma quando mai la normalità, così come intesa in una società a cui il clero addebita il distacco, affettivo ed effettivo, dalla Chiesa, può essere il metro per giudicare il comportamento altrui?