CALDEROLI, I LUPI, LA TIGRE E LA BANCA

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INES TABUSSO
00martedì 30 agosto 2005 14:47

LA STAMPA
29 agosto 2005
CALDEROLI: LE INTERCETTAZIONI PORTANO IN PROCURA
La Lega: su Fazio avrete delle sorprese

Su Bankitalia continuano le polemiche. Il ministro leghista Roberto Calderoli
annuncia sorprese per il prossimo Consiglio dei ministri: «Potrà capitare
- dice - che il ministro Castelli riferisca sulle intercettazioni (1) e ci
faccia capire se sono state fatte solo per motivi di giustizia o per altre
ragioni. Le intercettazioni funzionano in un senso e poi magari anche in
un altro. I fili possono portare da tante parti... Perfino in procura». Bruno
Tabacci, centrista, presidente della Commissione industria della Camera,
va all?attacco della Lega: «E? una barzelletta - dice - sentire Maroni che
rinnega gli aiuti avuti da Fazio».



LA STAMPA
29/08/2005
CALDEROLI: UN MINISTRO VOLEVA IL POSTO DI FAZIO
MAGRI UGO intervista CALDEROLI ROBERTO

ROMA. È in un brutto momento, ministro Calderoli? «Macché - risponde il titolare
del dicastero delle Riforme - sono qui a casa che sto dando da mangiare ai
miei lupi».

Lupi? «Sì, lupi lupi. Ne ho due, in affidamento». Grossi? «Non ancora, hanno
un paio di mesi».

Però cresceranno, e allora... «Ma io sono abituato, so come gestirli. Qui
in villa, a Bergamo, ho tenuto per un anno una tigre».

Una tigre? Cosa ne ha fatto? «Ho dovuto darla via dopo che aveva divorato
un cane. Però, mi creda: domare animali feroci è meno pericoloso che affrontare
certi personaggi della finanza».

Ecco, parliamo del caso Fazio. «L'unica posizione chiara è la nostra, della
Lega. Tanti altri mi sembra invece che giochino a nascondino».

Vi batterete fino alla morte in difesa del Governatore? «Un momento: quando
ci furono le vicende Cirio e Parmalat, di Fazio io avevo chiesto le dimissioni
perché mi pareva assurdo che con tanti risparmiatori colpiti tutti la facessero
franca... Mi ritrovai da solo».

Adesso che è un coro, lei non ci sta più. «Sì, perché vogliono cacciarlo
proprio quando Bankitalia ne sta facendo una giusta. La "colpa" di Fazio
è quella di non aver seguito la strada indicata dai poteri forti. E a me,
se permette, girano un po' le scatole».

Quale strada indicano i poteri forti? «Vorrebbero impedire certe operazioni
fatte nell'interesse del Nord, che Fazio ha consentito».

Quando parla di interesse del Nord si riferisce all'Opa della Popolare italiana
sull'Antonveneta in gara con gli olandesi? «Noi al Nord siamo famosi perché
sappiamo far crescere un certo tipo di risparmio. Se qualcuno immagina che
questo risparmio possa andare a finanziare degli stranieri, e magari proprio
i concorrenti delle nostre imprese, io non ci sto. Dico no».

Quindi niente dimissioni di Fazio. E niente riforma per introdurre il mandato
a termine del Governatore. È così? «Premesso che la riforma del risparmio
già si sarebbe dovuta fare da un pezzo, oggi vogliono il mandato a termine
per ben altro motivo».

Quale motivo? «Togliere di mezzo Fazio, ripartire da zero e far venir meno,
insieme alle Opa, pure la scalata al Corriere della sera».

Il Corriere? «Sì, l'oggetto vero del contendere».

Non sarà per caso che Fiorani, Ricucci, i «concertisti» e gli «scalatori»,
hanno messo troppa carne al fuoco? «Forse è stato un errore sommare insieme
le due operazioni, Antonveneta e Corriere. Una cosa del genere non poteva
passare inosservata. Oltretutto in Italia è più difficile scalare la Rizzoli
che il Quirinale... Così è partita la guerra atomica. Si sono messi in mezzo
certi faccendieri romani. E si sono mossi anche a livello giudiziario. Io
non sono addentro alle trame finanziarie, ma l'odore di qualcosa che puzza
l'ho sentito da subito».

Tipo? «Ci è toccato perfino vedere ministri che lanciavano attacchi contro
Fazio per auto-proporsi come Governatori al posto suo... Cose da non credere».

Sta alludendo per caso di Domenico Siniscalco? «Un ministro, ho detto. Non
aggiungo altro».

Spieghi solo quand'è che questo ministro si sarebbe proposto come Governatore.
«Agli inizi di agosto. Solo che chi è partito per suonare finirà suonato.
Anzi, mi sa che cominciamo a ridere noi. Forse proprio dal Consiglio dei
ministri di venerdì. Ci sarà una sorpresa».

Perché, scusi? Quale altro colpo di scena potrebbe esserci? «Per esempio
che il ministro Castelli riferisca sulle intercettazioni e ci faccia capire
se sono state fatte solo per motivi di giustizia o per altre ragioni. Sa,
le intercettazioni funzionano in un senso e poi magari anche in un altro.
I fili possono portare da tante parti... Perfino in Procura».

Ci faccia comprendere meglio, ministro. «Parlando in generale, l'aggiotaggio
si può fare in tanti modi diversi. Non solo attraverso le operazioni di Borsa
ma pure con altri strumenti. Chiaro? Se noi guardiamo quelle famose intercettazioni
pubblicate dai giornali, ci sono una serie di date che non tornano rispetto
al loro inizio ufficiale. Sembrano addirittura antecedenti rispetto a quelle
disposte dalla Procura».

Sta sostenendo che potrebbe averle fatte qualcuno diverso dai magistrati?
«Aspettiamo, aspettiamo venerdì che parli il ministro Castelli, e avremo
la risposta».




(1)
LA PADANIA
[Data pubblicazione: 28/08/2005]
Occhi puntati su possibili violazioni
Intercettazioni, scende in campo il Guardasigilli

Roma - I tecnici del ministero della Giustizia stanno ancora lavorando per
fornire al Guardasigilli, Roberto Castelli, tutti gli elementi utili alla
sua relazione, prevista per il consiglio dei ministri del 2 settembre, sul
caso Bankitalia-Antonveneta- Bpi e Unipol.
Tre i punti cardine: verificare se siano state intercettate utenze di parlamentari
senza la necessaria autorizzazione, fare luce sulla fuga di notizie e quantificare
il crescente impegno di spesa per 'spiare' le conversazioni telefoniche.
A quanto si è appreso la riunione tra il Guardasigilli e i suoi collaboratori
dovrebbe tenersi all'inizio della prossima settimana, e comunque dopo la
segreteria politica della Lega Nord di domani, quando Castelli riferirà ai
colleghi di partito quanto accaduto stamani durante la riunione del Comitato
per il credito e il risparmio alla quale il Guardasigilli ha partecipato
quale unico esponente del Carroccio, seppure non fosse tra i cinque ministri
che compongono il Cicr.
Al momento il ministero della Giustizia ha acquisito dagli uffici giudiziari
di Milano tutti i provvedimenti che, in violazione del segreto istruttorio
[BUM! ndr], sono stati ampliamente pubblicati da diversi quotidiani.
Da una prima analisi - secondo indiscrezioni - non sembrerebbe che siano
state messe sotto diretto controllo utenze di parlamentari. Resta però da
chiarire se siano state violate le norme del 2003 di attuazione dell'art.68
della Costituzione sulle prerogative dei parlamentari, in particolare per
quanto riguarda le intercettazioni indirette. In questo caso, infatti, la
norma prevede che, senza la richiesta di autorizzazione alle Camere, non
possano essere utilizzate le eventuali conversazioni di un parlamentare con
la persona intercettata.
Per quanto riguarda l'impegno economico, il ministro Castelli, nella sua
relazione, baserà le sue considerazioni su alcuni dati di Via Arenula: nel
2004 per le intercettazioni sono stati spesi quasi 269milioni di euro, con
un incremento del 5,3% rispetto al 2003 (la spesa era stata di 165 milioni
di euro nel 2001). Ad essere aumentato considerevolmente nel giro di pochi
anni anche il numero delle persone intercettate: erano 32mila nel 2001, sono
passati a circa 77.500 nel 2003, per arrivare a oltre 80mila nel 2004.
"Non si possono spendere i soldi dei cittadini senza alcun controllo", aveva
detto Castelli all' inizio di agosto, all'indomani del caso Bankitalia-Antonveneta-Bpi.

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