CANDIDATURA COLOMBO: INTERVISTE E PRIME REAZIONI

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INES TABUSSO
00lunedì 16 luglio 2007 12:50

Ultime Notizie
BERSANI, NON POSSIAMO FARE UN PARTITO NUOVO OGNI GIORNO
(AGI) - Venezia, 16 lug. - Il Partito Democratico e' il grande partito del nuovo secolo, non se ne puo' fare uno al giorno. Il diessino Pierluigi Bersani, ministro dello Sviluppo Economico, scavalca le polemiche di questi giorni su candidature e proposte e guarda avanti. "Siccome non possiamo fare un partito nuovo ogni giorno - ha detto - bisogna che riusciamo a fare due cose contemporaneamente: la prima e' quella di garantire pieno sostegno al governo e alla coalizione e occuparsi della gestione dei problemi del Paese. La seconda e' quella di fare il partito del nuovo secolo e, per farlo, bisogna andare piu' in profondita', tirare la palla piu' avanti". "Se noi pieghiamo il partito del nuovo secolo ai nostri problemi quotidiani - aggiunge Bersani - facciamo un errore clamoroso. Io non ci sto a un modo di discutere di questo genere. Spero quindi che riusciremo a fare tutte due le cose, che sono cose diverse".
Quanto alla nuova candidatura di Furio Colombo, Bersani ha osservato: "Vedo bene altre candidature per costruire un partito che dovra' avere un confronto aperto su piattaforme programmatiche. Solo in questo modo si puo' parlare chiaro al Paese". (AGI)




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CORRIERE DELLA SERA
16 luglio 2007
Pd, Colombo sfiderà Veltroni «E ora Moretti si faccia vivo»
Pardi: bravo, lotta contro il Caimano.
Travaglio: faccia un ticket con la Bindi
di Fabrizio Roncone

ROMA ? C'è il primo avversario ufficiale di Walter Veltroni: mentre Enrico Letta ci pensa, la Rosy Bindi tentenna e Pierluigi Bersani si ritira, Furio Colombo, senatore diessino e poi scrittore e giornalista di assoluto rango, ex presidente della Fiat Usa, insegnante alla Columbia University e animatore convinto dei Girotondi morettiani, ha comunicato ieri dalla prima pagina dell'Unità la sua intenzione di volersi candidare all'incarico di segretario del Partito democratico. Lo ha fatto con un editoriale lungo ma anche netto nei contenuti, molto tagliato, e in alcuni passaggi persino radicale, com'è nella tradizione politica di certi democratici americani, che Colombo ben conosce.
Non sfuggono, subito, un paio di coincidenze: alla poltrona di leader del nuovo Pd puntano due personaggi che sono già stati seduti, sebbene a dieci anni di distanza l'uno dall'altro, su quella di direttore dell'Unità. Non solo: molti osservatori sono colpiti anche dal fatto che Veltroni si ritrovi, per adesso come unico avversario, il più kennedyano tra gli sfidanti possibili (ed è noto come il pensiero di Bob Fitzgerald Kennedy, ben più di quello del fratello John, sia alla base del cosiddetto veltronismo).
Lo conoscete, Furio Colombo. Diretto, senza indugi. Anche adesso, nei confronti di Veltroni: «Lo stimo e ne potrei parlar bene per ore. Ma su alcuni contenuti siamo parecchio distanti». In che senso, senatore? «Mi sembra disegni un orizzonte troppo dolcificato. Sfuma, sfuma troppo. E poi, nel suo discorso programmatico di Torino, ha dimenticato un punto che, invece, a me pare fondamentale per il partito che intendiamo costruire». Sarebbe? «L'antiberlusconismo. Ha detto: basta, smettiamola di attaccare sempre il Cavaliere. Un errore, a mio parere, clamoroso». Veltroni, veramente, ha detto che... «Senta, provi a chiedere a Obama Barack chi è il suo nemico: le risponderà, senza esitare, Bush». Il suo nemico, perciò, è ancora Berlusconi? «Berlusconi è il nemico degli italiani perbene ».
Va detto che su questo argomento, proprio l'Unità, ha aperto un fronte sabato mattina: con un fondo firmato dal suo direttore Antonio Padellaro, e che aveva un titolo piuttosto efficace: «La leggenda del Cavaliere scomparso ». Poi ieri, non casualmente, mentre Colombo si candidava alla guida del Pd in prima pagina, dentro di pagina ce ne era un'altra, ed era tenuta da un titolo su nove colonne: «Quel Caimano non è un fantasma».
Così il cerchio si chiude: Colombo, il Caimano (l'allegoria cinematografica di Berlusconi), Nanni Moretti (fondatore del movimento dei Girotondi e regista, appunto, del film in questione). Furio Colombo racconta di aver ragionato insieme a Paolo Flores d'Arcais sul possibile ritorno di Moretti. «Beh, sì. Ci siamo domandati: ora si farà sentire?». Moretti, come si sa, è sparito dalla scena politica, dopo averla riempita guidando manifestazioni memorabili. I girotondini, sulle prime, si sono sentiti un po' orfani, ma poi ora, come si vede, sono capacissimi di sferrare colpi anche da soli.
L'idea che Furio Colombo potesse candidarsi è venuta infatti a Flores d'Arcais. Basta leggere il suo editoriale, nel numero in edicola di Micromega,
la rivista che dirige: «... un candidato senza inciuci e per l'unità esiste. Chi l'Unità ha diretto e fatto rinascere». Molto esplicito. E anche molto affascinante, come proposta, per tutto il gruppo di intellettuali che partecipò all'esperienza dei Girotondi. Sentite, per dire, il professor Francesco «pancho» Pardi: «Bella notizia, questa di Colombo che si candida. Uno dei pochi, mi par di vedere, che ancora abbiano voglia di battersi contro il Caimano».
Pardi è così: a volte gli dà fastidio perfino nominarlo, Berlusconi. Non come Marco Travaglio. «Io dico che Colombo potrebbe essere un temibile avversario per Berlusconi. E anzi, anche se a Furio non l'ho ancora detto, vorrei suggerire una proposta». Prego. «Io immagino un ticket con la Bindi». Con la Bindi? «Ma sì, certo. Tanto più che a me dell'età non importa niente. Dipendesse da me, io vorrei un governo con Colombo, con Giovanni Sartori e, fosse vivo, pure con Indro Montanelli».
Giuseppe Giulietti, deputato Ds e portavoce di Articolo 21, ascolta, poi dice: «Vorrei aggiungere che, pur essendo io a favore della candidatura di Veltroni, trovo che non sia sbagliato tenere alta la guardia sul berlusconismo. Una malattia particolarmente avvertita nel mondo del cinema, della cultura...».
Chiude Colombo: «Ho parlato della mia candidatura solo con Fassino e... no, non con D'Alema... Ma perché, scusi: D'Alema dovrebbe avere qualcosa in contrario?».




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LA REPUBBLICA
16 luglio 2007
Int. a FURIO COLOMBO
"WALTER, MI CANDIDO PERCHE' L'ANTIBERLUSCONISMO NON E' FINITO"
Furio Colombo in corsa per le primarie del Pd.
"Veltroni va bene, ma io voglio dare il mio contributo come si fa negli States"
ANTONELLO CAPORALE

ROMA - Furio Colombo, l´ex direttore dell´Unità, ha ieri annunciato sull´Unità la sua intenzione di partecipare alla corsa per la guida del partito democratico.
L´Unità ne farà le spese.
"Ho voluto annunciare per tempo ad Antonio Padellaro che avevo intenzione di fare questo passo e, nell´articolo, ho specificato che la presa di posizione è personale. Il giornale unicamente la ospita".
Lei milita da senatore in un gruppo politico che ha molti, forse troppi punti di vista differenti dal suo.
"Diciamo che mi sento come uno Staterello che sui banchi del Senato a sud confina con Ignazio Marino, eccellente ed equilibrato senatore, a nord con Gerardo D´Ambrosio, al quale confido tutti i miei dubbi quando si tratta di affrontare aspetti giuridici importanti, ad ovest con Franca Rame ed Heidi Giuliani, donne dolcissime e di qualità, ad ovest con Andrea Manzella, maestro del diritto costituzionale".
Staterello, appunto.
"Non avverto una solitudine tale da non permettermi di ritenere che siano condivise da molti prese di posizione che erroneamente vengono definite estreme. Il rigore estremo è nei confronti del berlusconismo, nella convinzione della necessità di una ferma, convinta e rapida battaglia per l´affermazione di una legge sul conflitto di interessi. Non ritengo, come leggo nel manifesto dei "coraggiosi": gruppo che va da Rutelli a Chiamparino, che la stagione dell´antiberlusconismo sia da seppellire. Voltare pagina, dicono. Anzi, oggi più che mai serve una posizione dura, ferma. Sono i fatti, la cronaca di queste ultime ore, che dicono quanto sia attuale la straordinaria pericolosità di questo personaggio".
Già l´accusano e da oggi ancora di più che lei alimenta solo l´antipolitica.
"Sono un liberal, la mia vita pubblica l´ho svolta essenzialmente negli Stati Uniti. Desidero, per esempio, che se si è deciso di approvare una legge sui Dico, si vada avanti malgrado la rispettabilissima presa di posizione di una autorevole organizzazione. Chiedo troppo?"
Si guardi intorno.
"Rutelli è stato uno straordinario sindaco di Roma e ho stima delle sue posizioni. Ma vorrei che valutasse la legittimità della richiesta di ritenere, per esempio, la posizione dei laici almeno pari a quella dei cattolici e delle gerarchie dei cattolici e non come un corsivo a piè di pagina".
Se avanza la sua candidatura ritiene inadeguata quella che già c´è. Perché Veltroni non va bene?
"Veltroni va benissimo, mi piace e ho ascoltato il suo discorso plaudendo molti passaggi. La mia non è infatti una candidatura alternativa. Ma come? Stiamo facendo il partito democratico, scrutiamo il mondo americano e non ci accorgiamo che negli Usa ci sono mille esempi di personalità che pongono una serie di istanze per arricchire il dibattito politico, completare la piattaforma, concorrere a formare un´opinione più larga".
Colombo: ha capito quante firme le servirebbero per poter affrontare la battaglia?
"Niente di niente. Non so quante firme servano e non so neppure se è concesso a chi non possiede una scorta di governo (per scorta intendo la strumentazione necessaria, le relazioni organizzate) di avanzare una autonoma candidatura".
Avrà presto documentato il conto.
"Devo dirle che sebbene venga considerato isolato, e alcune volte lo sono davvero, mi è stata sempre concessa la più ampia libertà di movimento e di parola. Se sono al Senato è perché i dirigenti dei Ds, Fassino e Veltroni in testa, hanno voluto che io fossi candidato in una posizione eccellente. Non bisogna dimenticarlo".
C´è Furio Colombo: largo ai giovani.
"Ecco, l´età. E´ un problema, lo so. Avrei voluto tanto che si potesse dire: do un contributo di innovazione, segno un ricambio generazionale. Ma non è così purtroppo. Però a me tocca fare quel che sento e devo fare".
Succeda quel che può.
"Vediamo quante mail arrivano, il movimento che si crea. Poi decideremo".




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