CRITICA LIBERALE, SINISTRA, E AUTOCRITICA

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
INES TABUSSO
00venerdì 16 settembre 2005 14:13
www.criticaliberale.it/

Critica liberale
Roma, (LCL - 264), 14-9-'05
NOTA: "SCUSATECI, NON LO FAREMO PIU'"
di Enzo Marzo

"Critica liberale" ha sempre cercato di parlare chiaro. La situazione politica
interna e internazionale impone più che mai di non nascondersi dietro il
velo dell'ipocrisia e della "carità di patria". Ora che c'è la possibilità
concreta di cacciare a colpi di voti Berlusconi e la sua combriccola, bisogna
convincere gli italiani a ritrovare la dignità perduta e riprendersi in mano
il loro destino. Diciamo che negli ultimi anni si sono un po' distratti e
stanno pagando assai amaramente sul piano sia morale sia economico la colpa
d'aver consegnato il paese a un'organizzazione corrotta e corruttrice.

Non è che gl'italiani non avessero delle attenuanti. La prima è che per anni
sono stati "massaggiati" dal manganello mediatico che ha rintronato la loro
testa. La seconda è che l'alternativa era davvero impresentabile e reduce
da un'esperienza governativa con carenze impressionanti. Le stesse carenze
che avrebbero continuato a connotare le medesime forze costrette all'opposizione
se da parte della società civile non fosse stata imposta una "sveglia" che
ha parzialmente scosso una classe dirigente davvero con gravi limiti. Ma,
ringraziando il cielo e le previsioni di Montanelli, Berlusconi ha dovuto
governare e quindi non ha potuto non rivelarsi per quello che è: un personaggio
ridicolo dal passato inquietante, che sa solo mentire e curare i suoi interessi
personali. Così, non certo per merito del Centrosinistra, il berlusconismo
è al suicidio. Dob'?andare a casa, è moralmente e politicamente pronta a
tutto. Non sarebbe una novità: la sua tendenza all'eversione l'ha dimostrata
già con il continuato e sfacciato uso personale della legislazione e con
i continui attentati alla Costituzione.

Il Centrosinistra ora, a un passo dalla vittoria, corre seri rischi se insiste
su due sbagli.

Il primo perenne sbaglio è nella vocazione masochistica dell'Unione che persiste
a offrire un quotidiano spettacolo di disunione.

Ormai a pochi mesi dalle votazioni, si mette persino in discussione ogni
pie' sospinto la leadership dell'unico candidato che sia in grado di portare
questa armata brancaleone all'affermazione. Il marchingegno falsamente democratico
delle primarie arrecherà solo ulteriore frammentazione, litigiosità e diminuzione
dell'autorevolezza di Prodi, e tutti pur di "spettacolarizzarsi" si sbracciano
sottraendo consenso a colui che tutti sanno che alla fine sarà il candidato,
facendo il capolavoro di lasciarlo ostaggio dei soli quadri diessini.

Ma c'è un secondo errore ancora più esiziale. Il Centrosinistra, se si pone
esclusivamente come "alternativa di governo" (come sarebbe normale in una
paese normale), non eviterà l'assenteismo di sinistra. Gl'italiani non dimenticano.
I dirigenti del Centrosinistra hanno mostrato l'incapacità di fare i conti
coi loro trascorsi disastrosi. Il ricordo della penultima legislatura non
ha alcun fascino, anzi. Nessuna analisi seria della passata attività governativa
del Centrosinistra è stata mai neppure avviata. I maggiori responsabili stanno
ancora lì impuniti della colpa gravissima d'aver regalato il paese a un monopolista
che poteva essere fermato anche solo applicando la legge preesistente e redigendo
norme che regolassero i conflitti d'interesse e rendessero equa la competizione
politica. Basta che un Bondi qualsiasi rilanci ancora oggi un'esca "inciucesca"
e subito i soliti Violante e Rognoni abboccano di nuovo. Basta che si intraveda
la possibilità di dare una copertura a Berlusconi nella tv pubblica e l'ennesimo
expci compiacente si fa avanti immediatamente. Il lupo diessino perde il
pelo (nonché le elezioni) ma non il vizio consociativo. Sarebbe un madornale
errore porre agli elettori la falsa scelta solo tra una Moratti e un Luigi
Berlinguer, tra un Lunardi e un Burlando, tra un Buttiglione e un qualunque
clericale di sinistra. E oltre che un errore sarebbe un inganno, perché ora
la partita è ben altra, si gioca tra il sistema di potere berlusconiano e
il resto del mondo, tra la "cultura" degradata e massificata del monopolio
e lo spirito liberale della modernità. La fotografia dell'opposizione, da
Mastella ai rifondaroli, presenta un coacervo di pluralità così variegato
che risulta poco credibile come forza coesa di governo. Tanto vale sottolineare
l'unica ragione che oggi oggettivamente accomuna il "resto del mondo": la
questione democratica nel nostro paese, e quindi la necessità improrogabile
di liberarci di Berlusconi. Occorre proporsi soprattutto come un nuovo Comitato
di liberazione nazionale (lo andiamo dicendo da tempo). L'obiettivo di fuoriuscire
dal berlusconismo non è piccolo. Ripristinare lo stato di diritto, restaurare
l'etica pubblica, restituirci dignità internazionale, rammendare il tessuto
costituzionale, relegare il razzismo leghista dalla rilevanza ministeriale
all'irrilevanza di minoranza di cui vergognarci, abolire il monopolio informativo,
fare una politica autonoma e non servile nei confronti degli Stati uniti
e del Vaticano, rientrare nel concerto europeo vi sembra un programma minimale?
Bisogna entrare nell'ordine di idee che è illusorio - anche con l'immaginazione
più fervida - almanaccare oltre un limitato periodo di tempo, quanto sia
necessario e sufficiente a una coalizione di persone normali per rimediare
ai disastri perpetrati da Berlusconi. (E anche nello schieramento opposto
ci sarebbe molto da fare per tentare di costruire una Destra decente). Poi
si vedrà. Ci possiamo anche raccontare altre favole, ma con quelle non andiamo
lontano. Il mito del "programma" non ci riscalda. Di "libri dei sogni" ne
sono stati scritti tanti, e se ne continueranno a scrivere. Anche l'ultimo
Progetto di Prodi per le primarie dice (quasi) tutte le ovvietà possibili
e quindi non dice nulla. In questo svolge perfettamente il suo compito. Mostra
la realtà per quello che è: il Centrosinistra non può fare scelte significative,
né deve farle, altrimenti si sfascia ancora prima di arrivare alla meta.
Oggi l'obiettivo realistico è uno solo. E solo quello va perseguito. È la
sopravvivenza del paese. Si sono perduti anni ed energie inseguendo obiettivi
ridicoli e inverosimili come il Triciclo o partiti riformisti subalterni
al berlusconismo. Hanno fatto la fine che meritavano. Basta col giocare col
fuoco. Basta col dare per scontata la sconfitta di Berlusconi solo per dedicarsi
agli interessi particolari della divisione del bottino. L'orso è ancora vivo
e vegeto. Non resta che rinserrare le fila e ricreare fiducia attorno a una
classe dirigente che finora ha dimostrato di non meritarla sufficientemente.
Cominciamo a dire agli italiani che abbiamo capito che sono stati i tragici
errori del passato ad aprire la porta a Berlusconi, ammettiamo che troppa
legislazione della Casa della Illibertà non è stata che un'efferata prosecuzione
d'una politica precedente. Il contributo "programmatico" di "Critica" (che
continuerà nei prossimi numeri) sta proprio in questo: diciamo lealmente
quello su cui sarà necessario impegnarsi e correggiamo gli errori. Se si
seguisse questa via, gl'italiani vi scorgerebbero una vera enorme novità
politica e mostrerebbero di saper apprezzare quest'uscita dalla retorica
delle mezze verità.
Come si diceva una volta, apriamo il dibattito



Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:35.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com