Terrone che puzza.
22 lug. - di Ambrogio Crespi - La madre di Antonio un dodicenne napoletano che frequentava la prima media a Treviso è sbottata davanti alle telecamere di Antenna tre Treviso: "Hanno sbeffeggiato mio figlio per mesi. Dicevano che era un camorrista perchè era nato a Napoli. Lo emarginavano neppure fosse un appestato. Disinfettavano le penne dopo che lui le aveva toccate: dicevano che puzzavano”.
Manco a dirlo Antonio è stato bocciato e questo traccia il livello di compiacente complicità dei professori che di certo non hanno tutelato un ragazzino che come unica colpa ha quella di essere nato a Napoli e di dover vivere a Treviso.
Io provo un po’ di vergogna ma mi rendo conto che la responsabilità non va imputata ai compagni di classe di Antonio, ma a chi ha consentito che questo atteggiamento, ignobile fosse tollerato, persone come Matteo Salvini che sarà certamente contento di sapere che gli undicenni trevisani cantavano ad Antonio lo stesso coro da stadio che a lui diverte tanto "Senti che puzza, scappano anche i cani. Stanno arrivando i napoletani".
Chi semina vento raccoglie tempesta e chi tace e non reagisce è complice di questa nefandezza che ha portato ad Antonio una sofferenza non sua.
Antonio è un ragazzino timido, alto, ama leggere e la sua cameretta è piena di peluche. La mamma, separata e d'origini campane anche lei, è arrivata a Treviso due anni fa per lavorare in una scuola della zona. La città le piace ma suo figlio non piace ai figli di Treviso.
- l'articolo, forse per buonismo, non dice che i compagni di Antonio disinfettavano le penne che toccava, il banco ecc..
Dove dobbiamo arrivare prima di incazzarci sul serio? Conoscete qualcuno che la pensa cosi? Cosa fate, cosa facciamo?
Ciao a Tutti