Dynasty Warriors 6

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speedy13
00giovedì 6 marzo 2008 20:28


Recensione > PS3

Produttore:KOEI
Sviluppatore:Omega Force
Genere:Picchiaduro
PEGI:12+
Distributore:Halifax
Disponibile dal:15/3/2008
Lingua:Sottotitoli in italiano
Giocatori:2
Prezzo:74,99 Euro
Video:HDTV
Audio:Surround 5.1

Hardware
Per giocare a Dynasty Warriors 6 nell'edizione qui recensita sono necessari una confezione originale del gioco, una console PlayStation 3 e un controller. Tecnicamente, il lavoro di Koei è paragonabile a un gioco per la passata generazione di console ma riportato in alta risoluzione. La fluidità dell'azione rimane comunque buona in tutti i frangenti e solo sporadicamente si rende necessario operare manualmente sul posizionamento della telecamera. Nessun supporto ai sensori di movimento del pad Sixaxis. Il gioco è disponibile in contemporanea anche per Xbox 360.

Multiplayer
È supportato il multiplayer cooperativo per due giocatori ed è presente una classifica online per le modalità di gioco accessorie.

Lati Positivi
Meccanica di gioco collaudata
Trama di spessore

Lati Negativi
Ripetitivo
Tecnicamente vetusto
Caratterizzazione dei personaggi a tratti comica

sito ufficiale

La storia infinita

La saga di Dynasty Warriors è uno di quei casi all'apparenza misteriosi, nel mercato dei videogiochi, in cui lo stesso gameplay viene applicato inesorabilmente alla stessa trama (o quasi) e, anno dopo anno, il gioco sembra rinascere ogni volta uguale a se stesso, eppure sempre diverso, comunque forte di quelli che sembrano i suoi principali difetti - la ripetitività dell'azione soprattutto; è evidente, insomma, che gli appassionati di questa serie sanno accontentarsi delle piccole novità, come la maggior libertà di movimento e il sistema di combattimento rivisitato, ma comunque semplicissimo, di questo episodio.

TRE REGNI PER UN CAVALLO

Ancora una volta l'intera ambientazione è basata sul Romance of the Three Kingdoms, opera classica della letteratura cinese che ha come protagonisti tre regni in lotta per la successione alla dinastia Han, a partire dal 168 fino al 280 d.C. A punteggiare la trama, raccontata attraverso brevi intermezzi scritti e svariate cut-scene, troviamo i nomi dei condottieri e delle battaglie in cui furono coinvolti, e già qui potrebbe arenarsi la pazienza del giocatore finito "casualmente" preda di questo gioco; per nessun motivo al mondo, a meno che non siate laureati in letteratura cinese, potrete infatti ricordare la maggior parte di questi nomi, e anche avere una visione d'insieme dell'intreccio richiede un bel po' di studio - o la conoscenza dei vecchi capitoli di Dynasty Warriors. Da notare che è presente un'apposita modalità "enciclopedica" per chi non dovesse resistere alla tentazione di voler studiare seriamente l'opera da cui è tratta l'ambientazione.
Chi non ha mai giocato un capitolo di questa serie non tema però di trovarsi di fronte a un gioco pensato solo per gli appassionati più "hardcore", anzi, Dynasty Warriors 6 è tutt'altro che difficile da approcciare se solo consideriamo che a livello di difficoltà inferiore è possibile salvare quante volte si vuole nel corso di una missione, un lusso quasi mai consentito nei giochi votati all'azione, e che le modalità di gioco accessorie aiutano a rendere un po' più vario il percorso di apprendimento.

IMMERSIONE? NO GRAZIE

C'è poi da considerare che Dynasty Warriors è solo per metà una saga "action" e trae anzi gran parte del suo fascino dall'impianto strategico che sovraintende il gameplay. Portare a termine una missione può quindi essere molto facile per chi non pretende di raggiungere tutti gli obiettivi della stessa, ma i giocatori più ambiziosi avranno comunque un'alta vetta da scalare se vogliono sperare di assaporare gli aspetti più stimolanti del gameplay.
In ogni caso viene comunque da chiedersi quanto possa essere divertente un gioco in cui bisogna premere quasi sempre lo stesso tasto per ore e ore contro orde di nemici molto prevedibili.
Un'ultima notazione la dedichiamo all'accompagnamento sonoro, a base di temi genericamente metal o hard rock, abbastanza in linea con lo stile "tamarro" dei costumi e delle movenze dei personaggi ma quanto di più lontano possiate immaginare dalla Cina del terzo secolo; tendenzialmente pessimo, aggiungiamo, ma non così fuori posto come potrebbe sembrare.
La versione in nostro possesso non conteneva purtroppo la localizzazione italiana che sarà presente nel gioco in vendita nei negozi; i dialoghi in inglese, comunque, risentono di uno stile enfatico e una recitazione poco più che mediocre, per nulla aiutata dalla staticità dei personaggi.

Commento:

I giochi d'azione "strategici" di Koei continuano a giungere sul mercato senza timore di essere criticati, pur contando su un impianto di gioco ormai fossilizzato e ben poco rivitalizzato da novità profuse con il contagocce. A chi non abbia ben presente di cosa si tratti non possiamo che consigliare massima cautela nell'avvicinarsi a Dynasty Warriors 6, un gioco non difficile da approcciare ma ostico da apprezzare. Se, al contrario, non vedete l'ora di tornare a brandire la spada contro qualche migliaio di soldati inermi, solo per conquistare l'ennesimo castello cinese e magari essere costretti a ri-conquistarlo un numero imprecisato di volte ma in modi leggermente diversi... beh, accomodatevi.

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