IL DECLINO DELL'ORA DI RELIGIONE

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
INES TABUSSO
00sabato 13 agosto 2005 01:01

la Repubblica
12 agosto 2005

LA POLEMICA
I teocon e la fuga dall´ora di religione
FRANCESCO MERLO

RICORDO il buon don Conti, che era anche professore di matematica, e che,
ingenuamente provocato a provare algebricamente l´esistenza di Dio, riempiva
la lavagna di formule, numeri, parentesi graffe, logaritmi. Qualche volta
irritava e qualche volta appassionava. Mai annoiava o incuteva soggezione
o metteva paura. A quei tempi, infatti, l´ora di religione di padre Conti
era come "l´ora d´aria" in una prigione fatta di greco, latino e matematica.
Dev´essere dunque successo qualcosa d´epocale se, in una manciata d´anni,
il rapporto piacevole con "l´ora d´aria" si è rinsecchito, intossicato anche,
e gli studenti italiani adesso evadono dalla religione per fare più aoristo
e più ablativo assoluto. Pubblicati ieri da Repubblica, i dati ministeriali
su questa piccola fuga dall´ora di religione sono in aperta contraddizione
con quell´Italia attaccata con il rosario alla croce che c´era stata raccontata
dai vaticanisti più entusiasti e dagli spiritualisti più spiritati, trionfanti
sopra la vittoria delle astensioni al referendum sulla fecondazione assistita.
Attenzione: quel don Conti non era un laico "scristianizzato", un prete operaio
o un teologo delle liberazioni. Al contrario; neppure apprezzava troppo le
aperture del Concilio Vaticano II e ironizzava sulla "beat generation" che,
a suo avviso, era già profeticamente condannata nel Vangelo, dove solo per
carità gli amanuensi aristotelici avevano aggiunto una pietosa "i", così
promuovendo i poveri di spirito da "beat" a "beati". Forse don Conti non
capiva i ragazzi del suo tempo; sicuramente non praticava l´accanimento terapeutico
sulle anime "traviate", e la sua Chiesa non spaventava.
Magari adesso quegli stessi profeti antireferendari che avevano annunziato
la ridiscesa di Dio fattosi embrione, ci spiegheranno che, causa stress elettorale,
anche Dio é andato in ferie. Certamente, qualche vescovo se l´è già presa
con i pargoli che irresponsabilmente «rinunciano a un´importante risorsa
nella loro formazione». Dimentica, Sua Eminenza, che Gesù chiede «lasciate
che i fanciulli vengano a me» proprio quando qualcuno o qualcosa trattiene
i fanciulli, quando cioè i preti - proprio loro - non li lasciano andare
sino a lui.
Fossero pure, gli studenti italiani, tutti nichilisti, consumisti, relativisti,
laicisti, edonisti, tabagisti, neo global o antiglobal, islamofili o taoisti?,
fossero insomma i soliti ragazzi di sterminata confusione, la colpa sarebbe
comunque degli insegnanti, reclutati dalla Chiesa e pagati dal governo, e
della loro ora di religione che non riesce più a essere, come una volta,
l´ora del rilassamento, della rigenerazione psichica: poca disciplina e molte
confidenze, preti per chiacchierare e azzardi per ragionare.
Insomma, c´è un rapporto forte e sicuro tra la fuga degli studenti dall´ora
di religione e l´uso politico della religione, tra la nuova Chiesa del papa
tedesco e il rifiuto giovanile del nuovo catechismo. Il forte calo di interesse
per l´insegnamento della religione è la risposta della "società aperta" dei
ragazzi contro i suoi nemici, contro la furbizia occlusiva e teocon, contro
la "società chiusa" di Marcello Pera. È come una denunzia di illegittimità
dell´abuso ideologico della religione fatto dagli apostati della laicità,
dai maramaldi della logica, e anche dall´ateismo alchemico e raffinato di
Giuliano Ferrara che vorrebbe trasformare l´oppio della religione (cristiana)
in caffeina civile.
Ricordo un altro professore di religione, don Bonaventura Lipira, il quale
credeva di arrivare a Dio attraverso le audacie della logica. Una volta,
appena entrato in classe, disse a uno studente: «Vai a vedere se io sono
nella mia stanza». Quello andò e tornò: «Don Lipira, lei non c´è». Partì
così una discussione, allegra e profonda, sull´ubiquità, sull´essere in aula
"a" e in aula "b" e in aula "c", in camera e in classe, in cielo in terra
e in ogni luogo. Il Dio che quei professori ci insegnavano a volte ci annoiava,
mai però ci cadde addosso com´è successo a Mogorella, provincia di Oristano.
È vero che le disgrazie possono capitare dovunque. Ma in quel piccolo paese,
sul sagrato, la disgrazia del pesante crocifisso di ferro, rovinato durante
la messa su una devota di 42 anni, Paoletta Urru, si può leggere come metafora
del rischio di una religione sollevata oltre l´ambito personale. Se quella
croce-metafora fosse stata ad altezza d´uomo, alla sua portata, la signora
non avrebbe subìto danno mortale dalla sua instabilità. Tutto ciò che è umano
è instabile, come le religioni, umane, instabili e pericolose. L´eccesso
di visibilità e il sovraccarico retorico scardinano la dolcezza del vivere,
che pure si è soliti vedere nella croce. Ebbene, il declino dell´ora di religione
è il tributo pagato a una croce fattasi minacciosa e strumentalmente asservita
a manovre elettorali. Le religioni infatti diventano tutte brutte e intolleranti
ed intollerabili quando dimenticano di essere umane, relative e, dimentiche,
si contrappongono e si fanno uguali nella reciproca intolleranza. Anche la
croce può correre il rischio di tornare a simboleggiare la sua originaria
funzione di tortura e di morte, come la pietra nera dell´Islam che richiama
appunto l´età della pietra.
Alla fine dunque questa fuga dall´ora di religione potrebbe essere un buon
segno per la religione. Il rifiuto dell´insegnamento potrebbe diventare una
risorsa, un pungolo per i religiosi, affinché indeboliscano sempre più l´opzione
fanatica a favore di quella storico-antropologica e relativista, non indulgano
in indulgenze come quelle concesse ai ragazzi che parteciperanno al raduno
di Colonia. Confusi e contraddittori come ragazzi questi teologi: predicano
un ritorno alla spiritualità da un canto e dall´altro promuovono il marketing
della grazia di Dio, il paradiso come un gadget accluso ai giornali, come
i bonus delle ricariche telefoniche, prendi tre e paghi due. Ebbene, se è
questo che oggi si insegna nell´ora di religione, i dati ministeriali sono
davvero di buon auspicio per i ragazzi d´Italia, un paese anguilla che non
si concede mai completamente. Gli ultras cattolici sono serviti: hanno vinto
il referendum e hanno perso l´ora di religione.




12/08/2005
IL FOGLIO
GRANDE FUGA DALL'ORA DI RELIGIONE, LA CHIESA IN CERCA DI IDEE
CRIPPA MAURIZIO

www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050812/87kd3.tif




12/08/2005
AVVENIRE
QUELLA STRANA VOGLIA DI UN'ITALIA MENO CATTOLICA
RONDONI DAVIDE

www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050812/87jxq.tif




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com