Il Tifoso Zen all esame verita'

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Marko821
00martedì 10 maggio 2005 03:36
Di MARCO CAVANI

Il Calcio, paragonato ad altre forme d'intrattenimento,attira quantita' sterminate di gente. Nessun Teatro,balletto,operao altro sportpuo' mettere insieme simili cifre.perfino club semisconosciuti e senza storia riescono a calamitare due o tremila persone a settimana. Il calcio spopola anche quando non offre gran spettacolo, e cio' avviene perche' una forza occulta spinge un consistente sottinsieme della folla -i tifosi - a ripetere ogni domenica il rito di un esperienza comune: Quella di rinnovare una passione che mira a condividere emotivamente la buona e la cattiva sorte d'una squadra. I veri tifosi - schiettamente accecati dalla loro fedelta'.incondizionatamente devoti - possiedono una singolare sensibilita': uno spirito di appartanenza al club che si sviluppa e si riproduce sillabandone la storia e coniugandola alla cultura locale. Si tratta di gente che si porta dentro i colori sociali come una seconda famiglia. Inoltre per essere tifosi ci si deve trovare nella condizione di comprendere in un modo quasi-zen la natura della propria citta':bisogna capire cosa l ha resa cosi' com'e' ricordarsela com'era e intuire come potrebbe diventare.
Un vero tifoso ne puo annusare uno falso a miglia di distanza: gli salta agli occhi come una parrucca da due lire. Se la squadra comincia a perdere.o retrocedere.il falso tifoso la pianta in asso e si sente quasi imbarazzato per averla precedentemente sostenuta. Un attegiamento che il vero fan non si sognerebbe mai di tenere. Il club e' una frammento del suo DNA: vittorie e sconfitte non possono minimamente scalfirlo. Spesso e' falso anche il tifoso che dice male della propria squadra. Tutti abbiamo buoni motivi per ritenerci delusi da certe prestazioni,ma lamentarsene pubblicamente e' di cattivo gusto.
Chi lo fa pensa di mostrare piu' attacamento alla societa di quanto ne abbiano i giocatori.Il vero tifoso sa che questo e' un dato di fatto inconfutabile e non perde tempo a rimarcarlo.
Anche i veri tifosi a volte pero' riescono ad essere imbarazzanti: avete mai pensato quanto possa costare in termini di fatica e depressione starsene per tutta la partita di fianco al tipo che guida i cori col Tamburo o la Campana?
Negli anni 60/70 molti stadi erano viscerali vaporiere intense fino al brivido.Ai nostri giorni sono rimasti pochi i posti in cui aleggia un simile spirito, dove cioe' l atmosfera e' irremediabilmente sana e irriverente a prescindere dalla qualita dello spettacolo. Sono proprio questi climi perduti - come puo confermare ogni vero tifoso- gli orrizoniti verso cui il calcio,per rifondarsi come sport,dovrebbe tornare a veleggiare.


Marco.cavani@fastwebnet.it
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