Sono daccordo
con quello che scrivi sul Sindacato di oggi che, credo, non abbia più né il peso, né la "statura" di quello dei Di Vittorio, dei Lama e via dicendo. Ed io sono stato soggetto proprio di un passaggio dalle Ferrovie concesse del Sud Est, la cui DG in Roma fu chiusa anche per dissapori tra i Sindacati di Bari e Lecce e quelli di Roma, all'INAIL dove mi accadde la cosa contraria a quella che tu dici. Pur avendo un DPCM in cui era scritto che avrei dovuto mantenere qualifica e stipendio eguali a quello di provenienza, mi ritrovai a ricoprire mansioni più basse con circa un milione e mezzo al mese in meno, con un milione al mese di mutuo da pagare...potevo andare a Bari ed evitare la decurtazione, ma ragioni molto gravi di famiglia me lo impedirono...tutto questo per dire che i sindacati mi abbandonarono al mio "destino" ed io intentai già dal secondo mese causa all'Amministrazione affinché fosse rispettato il DPCM.. furono per me e la mia famiglia dieci lunghi anni difficili durante i quali sopravvivemmo, essendo anche entrato in vigore l'euro - quindi stipendio ulteriormente dimezzato - ma alla fine la causa fu vinta e mi presentai con la...carriola alla cassa, anche se, quei dieci anni persi non ce li renderà più nessuno! Ma se lo stipendio era ridotto, l'esperienza sul lavoro, invece, mi portò a conseguire mansioni sempre più alte in un ambiente d'èlite ed ad un'amicizia con i nuovi colleghi sempre più forte.
Quindi io che avevo sempre difeso il Sindacato, mi ritrovai doppiamente tradito per la chiusura della D.G. prima e per avermi lasciato solo sul nuovo posto di lavoro, poi.....rimango però sempre dell'idea che, senza i sindacati, senza QUESTI sindacati, il datore di lavoro e lo stato in primis farebbero un sol boccone di chi lavora per mantenere una famiglia.
Ciao Giuseppe