PREVITI E LA SOLIDARIETA' AZZURRA E VERDE

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INES TABUSSO
00venerdì 11 novembre 2005 14:50
CORRIERE DELLA SERA
11 novembre 2005

RETROSCENA
Previti ai suoi: non mi sento solo E arriva la telefonata del premier

MILANO - I telefoni di Cesare Previti squillano in continuazione nello studio romano al primo piano del palazzo di via Cicerone. Non sono passate neppure 24 ore dal suo discorso alla Camera e proseguono ad arrivare attestazioni di solidarietà e congratulazioni di colleghi della maggioranza e di amici. Tutti, dice chi ne è testimone, si felicitano per come ha preso le distanze da una legge che, secondo l’opposizione, avrebbe dovuto metterlo al riparo dalle possibili conseguenze negative dei processi sulle presunte corruzioni di giudici romani che lo vedono imputato a Milano, ma che invece, grazie a un emendamento Udc, sembra essersi trasformata da «SalvaPreviti» a norma che pare scritta proprio per impedire all’ex ministro della giustizia di uscire indenne dai dibattimenti protetto dallo scudo della prescrizione. «Altro che solo. Non mi sono mai sentito così in buona compagnia» dichiara prima di lasciare l’ufficio per aggregarsi a una riunione di deputati forzisti all’Eur, rivolto a chi pensa che in realtà ormai sia stato mollato anche da da coloro che a parole lo difendono. Per come è andata, la nuova norma ha anche il pregio di evitare che, a un passo dalle elezioni, il centrodestra possa essere accusato ancora una volta di aver scritto una legge ad personam. La cosa che sembra essere piaciuta di più all’entourage previtiano sarebbe l’atteggiamento fermo, dignitoso, a tratti duro e sprezzante, che l’ex ministro ha tenuto davanti ai deputati. Subito dopo l’intervento in aula, molto applaudito dai settori della maggioranza, una delle prime telefonate di Previti sarebbe stata con Silvio Berlusconi. Tra i due ci sono anni di amicizia saldata anche da affari e strategie disegnati e conclusi insieme. Al premier Previti avrebbe parlato con soddisfazione di «una scena mai vista in Parlamento» a suo favore, con «l’intera maggioranza» dalla sua parte in «un applauso lunghissimo». Una nuova, ulteriore prova di stima e di amicizia, oltre che di solidarietà, sarebbe stata la risposta di Silvio Berlusconi che pure nei giorni scorsi era apparso infastidito dalle polemiche pre-approvazione della ex Cirielli. E, dopo aver fatto notare l’abbraccio ricevuto dal capogruppo Udc Volontè, a qualcuno Previti ha rivelato «timidi segnali», molto personali e riservati, anche da qualche esponente dell’opposizione.
Ed è per questo motivo, visto l’oltremodo ostentato atteggiamento di solidarietà della maggioranza, fuori e dentro la Camera, che Previti si arrabbia fino ad infuriarsi quando legge alcune frasi che un giornale attribuisce a lui e al leader di Fi. Parole che fanno pensare che quel sacro legame con Berlusconi si sia incrinato se non addirittura spezzato proprio a causa dell’emendamento-ribaltone. Secondo quei commenti, al di là delle manifestazioni esteriori, Previti in verità ormai sarebbe stato abbandonato e lasciato, solo e in balia del suo destino giudiziario, anche dal suo amico più fidato.
Per tutta risposta, il deputato azzurro prende carta e penna e firma un comunicato per definire «indegna e vergognosa» l’illazione e smentire ogni minima critica partita da lui nei confronti del presidente del consiglio. E ricorda che nei giorni scorsi in tv Berlusconi: «È stato molto chiaro nei miei confronti, a rispecchiare la sostanza di quelli che sono i nostri rapporti, che non sono minimamente mutati» .
Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it




Cento (Verdi): Cesare coraggioso perché ha deciso di difendersi Lui è la vittima di questa storia
ROMA - «Per una volta, Cesare Previti ha fatto qualcosa di apprezzabile». Aborrisce questa legge («è feroce con i deboli e riempirà le carceri di immigrati e tossicodipendenti») e non condivide nemmeno una parola del discorso del senatore di Forza Italia, ma il verde Paolo Cento, per un giorno, prende le difese dell’ex legale di Silvio Berlusconi. Perché?
«Previti non era obbligato a prendere la parola e ad affrontare la questione che lo riguarda. Si è alzato e ha preso di petto il conflitto sulla sua vicenda che ha pesato e pesa in questa storia. Gliene va dato atto».
Lui si è descritto come una vittima. Concorda?
«Previti è una vittima. Ma della sua duplice funzione di legislatore e di imputato che ha diritto di difendersi. In questo senso va capito».
Capito?
«Certo. Va capita la sofferenza umana di chi vive una vicenda come questa da un ruolo così esposto. Però...»
Però?
«Però, allora, dico io al centrodestra, si pensi anche a chi vive una vicenda umana ugualmente tragica senza avere voce in capitolo. Non ci si può accorgere delle sofferenze altrui solo quando si parla delle persone note. Questa legge era debole nei confronti dei potenti, spietata nei confronti dei deboli. Ora è stata modificata ma mostra ancora il suo volto feroce verso gli ultimi. Mi meraviglio dell’Udc».
L’Udc non ha reso meno ingiusta questa legge?
«No, perché non ha modificato la vera parte scandalosa di questo testo: la parte sulla recidiva. Quella che nel giro di pochi mesi incrementerà del 20-30% il numero dei detenuti».
Loro rispondono che sono quelli già condannati per reati precedenti e continuano a commetterne.
«Chi ha grandi mezzi, ottimi avvocati, più difficilmente viene condannato perché ha la possibilità di sfuggire agli esiti del processo. Chi ha un avvocato d’ufficio e magari è un immigrato clandestino o un tossicodipendente, no. E quindi altro che amnistia mascherata, le carceri scoppieranno. Ma questa è anche colpa della sinistra».
Perché?
«Perché la battaglia nel centrosinistra è stata fatta solo sulla prima parte della ex Cirielli. Non si è fatto altro che discutere della salvaPreviti. Invece del fatto che sparirà la legge Gozzini non lo dice nessuno».

Intervista
Virginia Piccolillo
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