RINUNCIA: NIENTE DA FARE PER "VEDI NAPOLI E POI MILLER"

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INES TABUSSO
00domenica 18 dicembre 2005 23:06
IL GIORNALE
18 dicembre 2005
Miller rinuncia, lite An-Forza Italia
- di Redazione -
da Roma

Troppe polemiche, troppi musi lunghi nella Cdl: «Ringrazio Silvio Berlusconi che ha pensato a me per affrontare i problemi di Napoli, ma viste le ripetute espressioni di dissenso che si sono levate in sede locale, ho deciso di lasciare perdere. Resterò in magistratura». Abbattuto dal fuoco amico, Arcibaldo Miller dunque rinuncia: il centrodestra dovrà adesso cercare un altro candidato per Palazzo San Giacomo.
Il passo indietro del magistrato provoca un'onda lunga di recriminazioni.
Mentre Lorenzo Cesa definisce Miller «una persona che stimo e che all'altezza della situazione» e Ignazio La Russa spera «che ci ripensi», il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi sostiene che «ha vinto il partito degli sfasciacarrozze che stanno nella Cdl e soprattutto in Forza Italia». Aggiunge Michele Fiorino, senatore di An: «Ne abbiamo bruciato un altro. Sembra di trovarsi di fronte a una serie di burattinai che fanno di tutto per impallinare i possibili pretendenti e per evitare un fronte unico di centrodestra capace di vincere».
Ma Forza Italia rispedisce le accuse al mittente: «Non possiamo non stigmatizzare il comportamento di quanti non hanno permesso la candidatura di un personaggio che aveva tutte le carte in regola per porre fine ad anni di malgoverno del centrosinistra», dice Nicola Cosentino, coordinatore azzurro della Campania. Erminia Mazzoni, vicesegretario Udc, chiede scusa ai napoletani: «Di fronte allo sfacelo di dieci anni di centrosinistra, noi non siamo stati in grado di offrire una valida alternativa».
Antonio Martusciello, «amico personale» di Miller, aveva dei dubbi: «Si tratta di identificare una persona diversa e proprio un profondo conoscitore di Napoli come lui lo sa». Ora il viceministro all'Ambiente pensa al dopo: «Occorre trovare un accordo su un programma e su un candidato che sia davvero in grado di “fare”. L'importante è evitare che si ripeta una situazione simile a quella di Roma, dove ci sono due figure contrapposte. Se serve organizzeremo delle primarie». Presto però per fare nomi: «Miller ha rinunciato - spiega Martusciello -, Alessandra Mussolini è stata bocciata da An e il centrosinistra non ha ancora scelto chi presenterà».


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L'UNITA'
15 Dicembre 2005
Vedi Napoli e poi Miller
Marco Travaglio

Bellachioma ha finalmente trovato un giudice che gli piaccia, a parte Sante Licheri e, per motivi diversi, Renato Squillante. Si tratta del pm napoletano Arcibaldo Miller, che da un anno si fa valere all'ispettorato del ministero della Giustizia con meritorie missioni come quella contro i colleghi Colombo e Boccassini (poi naturalmente assolti dal Csm in quanto innocenti). Il premier ha annunciato che sarà lui, Miller, il candidato per la Cdl a sindaco di Napoli. Una scelta di chiaro stampo giustizialista, che ha subito scatenato le ire di molti esponenti dello stesso centrodestra. «La commistione fra attività politica e attività giurisdizionale proiettata a livello locale - denuncia Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia - presenta aspetti molto negativi e forme assai distorte e perverse di conflitto di interesse. Ci troviamo di fronte alla via giudiziaria per la conquista dei comuni. Si arriva a candidare i magistrati nello stesso comune nel quale hanno esercitato la loro attività giurisdizionale, il che presenta aspetti inquietanti. Se ci fosse bisogno di una controprova dello stretto rapporto tra certi partiti e una parte della magistratura, le vicende riguardanti gli enti locali sono esemplari». «La candidatura del pm Miller a sindaco non deve allarmare solo i napoletani, ma l'intera opinione pubblica», attacca Cesare Campa, capogruppo forzista in commissione Lavoro della Camera: «Proprio nel suo collegio giudicante, questo pm ha gettato la maschera e ha fatto sapere ai cittadini come la pensa e da che parte sta. È più che legittimo che sorga l'inquietante esigenza di sapere se quando faceva il giudice non è mai stato condizionato dalle sue convinzioni politiche, così forti e motivate da indurlo a prendere parte a una consultazione elettorale. Non è morale che lo faccia nella stessa città dove ha esercitato una funzione tanto delicata. Se non sarà eletto, ritornerà a fare il giudice? Un vero pasticciaccio, soprattutto per il Cms chiamato a decidere». Duro anche il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni, in un'interrogazione al ministro della Giustizia: «Lascia sconcertati che il dottor Miller abbia scelto proprio Napoli per la sua discesa in campo, schierandosi così sfacciatamente verso una precisa parte politica e tale comportamento genera molti dubbi sulla effettiva terzietà di giudizio che avrebbe dovuto caratterizzare la passata attività di questo giudice. Chiedo al ministro se non si ritenga ormai giunto il momento di prevedere norme volte a impedire che i magistrati facciano politica attiva. Diversamente i cittadini non potrebbero avere quelle garanzie di equilibrio di giudizio che attengono alla funzione di magistrato». Il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti sollecita una legge apposita, perchè «indipendentemente dalla buona fede dei singoli, questa situazione rischia di appannare l'immagine di imparzialità che il magistrato deve sempre mantenere». Il ministro Castelli riconosce che «questo è un problema reale. Ma è curioso che il vicepresidente del Csm e l'Anm sollevino oggi la questione, mentre fino a ieri difendevano a spada tratta la facoltà dei magistrati a candidarsi. Guardacaso hanno cambiato idea in un caso in cui questa candidatura dà fastidio alla sinistra…». Il ministro Buttiglione recita il mea culpa: «Invece di approvare tante norme di cui potevamo fare a meno, dovremmo fare una legge per dire che un magistrato non può fare politica. Chi fa il magistrato non può fare politica prima che siano passati cinque anni da quando si è dimesso. Invece Miller si è candidato nella stessa città dove ha esercitato il potere dello Stato avendo nelle mani la libertà e anche il patrimonio dei cittadini. Ma chi toglierà alla gente il sospetto che abbia usato il potere dello Stato per preparare il suo ingresso in politica e la sua elezione?». Ancor più determinato l'ex ministro Gasparri: «Miller ha dei comportamenti inquietanti. Mi chiedo: oggi è un militante politico di una parte in cui si candida. Ma era un militante politico anche quando con la toga infliggeva pene severe? Sono convinto di sì. La sua credibilità è azzerata dallo schierarsi improvvisamente con una parte politica».
NB. Le frasi fin qui riportate sono tutte autentiche, testuali dall'Ansa, ma con un'avvertenza: la parola «Miller» va sostituita con «Casson», e «Napoli» con «Venezia».


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