Strada in salita per le famiglie italiane

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S_Daniele
00giovedì 22 ottobre 2009 19:01
Il Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale realizzato da Caritas e Fondazione Zancan

Strada in salita per le famiglie italiane


Roma, 22. La crisi economica in Italia colpisce sempre più la classe media. E in particolare la famiglia, con figli minori e monoreddito. Se nel 2008 esistevano, secondo le indicazioni dell'Istat, due milioni e 737.000 famiglie povere, pari a più di otto milioni di persone - il 13,6 per cento della popolazione italiana - oggi si può stimare si sia arrivati a un numero di circa dieci milioni e mezzo di poveri, pari al 17,7 per cento della popolazione.
È quanto si afferma nel Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale in Italia, realizzato da Caritas italiana e Fondazione Zancan (Famiglie in salita, il Mulino). In questo studio - spiega nella presentazione monsignor Giuseppe Benvegnù-Pasini, direttore della Fondazione Zancan - si sono volute indicare "due linee di intervento che dovrebbero garantire, a basso costo o a costo zero, una progressiva riduzione dei tassi di povertà:  una consiste nell'accentuare maggiormente l'offerta di servizi, in sostituzione di una parte dei trasferimenti monetari; l'altra nello spostare il baricentro del welfare dal Governo centrale alle Regioni e ai Comuni". Secondo monsignor Benvegnù-Pasini "le ricadute sulle scelte politiche e governative di questo sforzo congiunto della Caritas italiana e della Fondazione Zancan" "sono giudicate deludenti, al di là dei vari colori di destra o di sinistra, che hanno caratterizzato i Governi negli ultimi decenni". Questi sforzi - aggiunge - "sono risultati sterili agli effetti di creare una volontà politica di contrastare la povertà".
Ma nel Rapporto ci si rivolge anche ai poveri, o meglio ai "nuovi poveri" prodotti dalla crisi economica, esortandoli a prendere coscienza della loro attuale condizione e a non esitare a rivolgersi alle strutture in grado di aiutarli, in primo luogo quelle della Caritas. Secondo quanto rilevato nel Rapporto, infatti, sebbene le richieste di aiuto ai centri di ascolto siano aumentate in un anno del 20%, la metà delle persone che non si rivolge a tali strutture, lo fa "per vergogna" o per "orgoglio".
A questo fine - afferma il direttore della Caritas italiana, monsignor Vittorio Nozza - si richiede una adeguata preparazione pedagogica e psicologica per gli operatori e i volontari coinvolti nei servizi di assistenza. Data la mancanza - afferma monsignor Nozza - di un piano nazionale di contrasto alla povertà, in considerazione del mutato orientamento delle politiche socio-assistenziali, sono oggi le Regioni e i Comuni a rappresentare il cuore di un possibile piano di intervento che ponga fine alle "pesanti sperequazioni oggi esistenti tra le varie regioni del Paese, dovute anche alla mancata definizione dei livelli essenziali di assistenza".
Una parte del Rapporto è dedicato all'azione della Chiesa in campo sociale. L'impegno ecclesiale - afferma ancora monsignor Nozza - si deve tradurre in "corrispondenti scelte" e "stili di vita alternativi" alla cultura e alle mode correnti. A tal fine occorre anche educare al bene comune e "fare crescere una cultura della giustizia e della carità".
Quattro le aree di particolare attenzione individuate nel Rapporto:  la famiglia con minori priva di lavoro regolare, il Meridione, dove la crisi inasprisce condizioni di povertà cronica, i non autosufficienti - specialmente gli anziani - e le situazioni di povertà estrema entro cui ricadono molti immigrati.


(©L'Osservatore Romano - 23 ottobre 2009)
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