la prodromica

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
gverbari
00sabato 2 giugno 2012 21:25
Bisogna salvare l’azienda Italia e perciò serve:
Consumare per produrre
Rafforzare la stabilità
Proteggere la sua specializzazione (il made in Italy)
A proposito del “made”, esso è generalmente riconosciuto al prodotto italiano medio da quale ci si attende che presenti, notevoli qualità di realizzazione, cura dei dettagli, fantasia del disegno e delle forme, durevolezza
Fino a poco tempo fa, la dicitura Italy o made in Italy su un prodotto, era possibile per riferirsi alla parte imprenditoriale del produttore, mentre quella produttiva (manifatturiera, coloro che materialmente lavorano il prodotto) vera e propria poteva trovarsi ovunque.
Bastava quindi che il prodotto fosse «pensato o disegnato» se non tout-court gestito da un imprenditore italiano, per potersi tranquillamente fregiare di tale marchio, anche se questo era costruito in un qualsiasi altro luogo.
Nel 2009 è stata emanata una legge per tutelare il made in Italy: il decreto legge nº 135 del 25 settembre 2009 contiene l'art. 16 dal titolo Made in Italy e prodotti interamente italiani
Attualmente la dicitura made in Italy è il terzo al mondo per notorietà, dopo i marchi Coca-Cola e VISA
Potrebbe ravvisarsi in ciò una giusta forma di protezionismo ma, purtroppo, nonostante i rimedi, in Italia, ho l’impressione che si privilegi la finanza e non l’industria e perciò, anche se fanno male quelli che spostano le fabbriche in tutto il mondo per risparmiare non posso biasimarli

Ritengo che per salvaguardare e rispettare in mady in Italy, il mondo, bisogna spostarlo qua.

Invece si privilegiano società che in Italia svolgono diversi tipi di attività dedicate alla speculazione finanziaria, insomma a servizi di trading ed altro ad alto livello di rischio.

In questo periodo in cui l’economia langue ho sentito affermare ad un operatore finanziario di borsa, uno di quelli che “gioca” con i milioni, che, nonostante la drasticità del momento, l’economia nazionale, e di conseguenza il made in Italy, troverà un input enorme dal terremoto e, per economia intendeva i mercati.


Purtroppo, con grande rispetto per le vittime, questa affermazione dal sapore prodromico, con tutto il rispetto per l’operatore, dovrebbe essere presa in grande considerazione perché, a parere del sottoscritto, sarà realtà.

Quindi, a conti fatti, ai nostri governanti, i terremoti, nella loro infausta realtà, arrivano al momento in cui sarà necessario ravvivare una economia scialba in un panorama politico asfittico e non solo.
Questa circostanza, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe giustificare il fallimento di una strategia fin qui adottata per il rilancio dell’azienda Italia, già precaria dovuta al fallimento delle loro scelte intese come tagli, tasse e risparmi acronomi della recessione.
La giustificazione di un eventuale fallimento potrebbe essere anche “colpa del terremoto”, altrimenti tutto merito loro, anche il terremoto vista l’onnipotenza di cui si sentono investiti.

Quanto sopra mi ricorda la storiella del parroco con le campane:
“Padre hanno rotto le campane,
e lui: le pagano;
ma è stato Vostro nipote;
e lui: allora è una disgrazia:”

Adesso, spero di non sentire parlare di finanziamenti a pioggia correlati, come spesso accade, da una scarsa opera di controllo che porterà, come al solito, i sempre stessi “furbetti del quartiere” ad arricchirsi sempre di più .

Giuseppe (Pino) Verbari
Catanzaro

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com