10 18/03/2020 10:13
Ciao a tutti, nella mia zona, Cerenova-Campo di Mare, frazione marina di Cerveteri e confinante anche con Ladispoli, la situazione al momento è abbastanza sotto controllo, con 4 contagi a Cerveteri, che dista da qui circa 3km e da cui ci divide in pratica l'Aurelia (noi appunto verso il mare e loro verso l'interno) Le persone di cui sopra sono in isolamento domiciliare già da diversi giorni, che quindi dovrebbero uscirne a breve, a meno di peggioramenti improvvisi.
Qui dove sono io, Campo di Mare, e una zona ancora principalmente estiva, quindi ora poco abitata, pertanto occasioni di contagio ce ne sono davvero poche. Cerenova invece è ormai una frazione di stanziali, contando circa 8mila residenti, tradizionalmente si considera CdM da dopo il cavalcavia, direzione mare, della ferrovia, linea Rm-Civitavecchia-Grosseto-Pisa (FM5 per chi è del Lazio).
Tornando alla situazione in zona, tutto sommato anche per i comuni a nord, S. Severa, S. Marinella e Civitavecchia, non sembrano esserci criticità particolari, ovviamente ad oggi.
Sulla circolazione delle persone, sono uscito per la spesa l"altro ieri dopo diversi giorni e devo dire che ho trovato praticamente un deserto, vero che sono andato all'ora di pranzo ma poi sono dovuto riuscire al volo verso le 17 e la situazione era più o meno la stessa.
In realtà più che la circolazione per strada qui il problema può essere la frequentazione interfamigliare di chi abita in case diverse. Essendoci un flusso continuo da Roma di nuovi residenti, intere famiglie si sono trasferite, genitori anziani, fratelli sorelle e ragazzi al seguito. Quindi magari c'è chi non resiste e va a pranzo dagli altri famigli appunto. Ne stavo parlando proprio con una delle mie sorelle poco fa. Anche loro qui a Cerenova con relative famiglie. Dall'ultimo fine settimana libero ci si vede solo su WhatsApp e da ieri anche con houseparty, che permette molti collegamenti video contemporaneamente.
Speriamo che tutti capiscano che non si sta giocando, basta vedere e sentire chi lavora negli ospedali e chi si è ammalato e, stando un po' meglio, vuole raccontare la propria terribile esperienza.
Basta aver conosciuto una terapia intensiva, da malato o per andare a trovare un famigliare, per capire cosa significa finire lì dentro e magari starci per due settimane, intubato e anche sedato.