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by Claudione

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2014 11:10
19/07/2014 10:40
 
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...riprendiamo .. [SM=x79642] ....by Claudione [SM=x79821] ....

Erano già stati chiari…
«I debiti non creano futuro, lo distruggono. L’Italia deve rispettare le regole». E ancora: «No alla flessibilità, avanti con il rigore»
“All’ultimo vertice Ue Olanda e Germania hanno stoppato il tentativo di Francia e Italia di ammorbidire le regole di bilancio”.
Ieri lo hanno ribadito per tutte le belle addormentate e i sognatori di questo Paese…
«Il premier italiano Matteo Renzi dice che la fotografia dell’Europa è il volto della noia e ci dice cosa dobbiamo fare». Lo ha detto il presidente della Bundesbank a Berlino Jens Weidmann a Berlino, intervenendo alla giornata del consiglio economico della Cdu. Ma fare più debiti non è il presupposto della crescita, ha aggiunto il numero uno della banca centrale tedesca.
«Le riforme non devono essere solo annunciate ma anche realizzate», ha rincarato la dose Weidmann. «I tassi sui titoli di Stato italiani e spagnoli non sono mai stati così bassi», ha detto mettendo in guardia dalla possibilità di restare ingannati dalla situazione, e avvertendo che sono possibili “contraccolpi” della crisi. ( Sole24Ore)
Che fai ci minacci sembra aver risposto palazzo Chigi, “Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato paese. Sicuramente, ha sbagliato governo”
Non stanno minacciando al limite chiederanno alla Deutsche Bank e ai loro fondi pensione di liquidare tutti i BTP che hanno nel casetto come hanno fatto nel 2011 per seminare panico in Italia e poi si metteranno a vendere credit default swap semplice no!
Che la Germania abbia il volto della noia, non c’è alcun dubbio, si la Germania non l’Europa, perchè oggi l’Europa è la Germania.
Ieri un nostro amico mi ha raccontato che stanno lavorando molto con l’estero, i suoi clienti stanno lavorando con la Germania, ma non sono lavoratori autonomi, sono dipendenti diretti della Germania, perchè le imprese tedesche dettano le condizioni, loro dettano i prezzi.
Le belle addormentate si svegliano, chissà che facevano di bello gli anni scorsi…
“Dopo la presa di posizione del Ppe e di Manfred Weber di ieri terremo le orecchie dritte su quello che martedì prossimo ci dirà Juncker. E vorremo capire quale sarà l’applicazione della flessibilità concordata dal Consiglio Europeo e scritta nelle conclusioni”. Lo dice l’eurodeputata del Pd Simona Bonafé all’ANSA. “Abbiamo sempre detto, e messo in atto, che noi guardiamo ai contenuti prima che alle persone. Ed i contenuti ci devono convincere”
E qui arriva la perla dell’anno ovvero uno dei soliti mitici sottogretari all’economia, un certo Baretta…
“La prossima settimana andremo in Europa dicendo che non vogliamo fare nessun trucco contabile – spiega il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta -.(Huffington Post)
Andremo in Europa dicendo che non vogliamo fare nessun trucco contabile?
Se lo ha detto realmente, vi prego chiamate un’infermiera!
Non basta che ci abbiano provato più volte in Germania a far credere che solo noi abbiamo truccato i bilanci per entrare nell’euro, ora arriva un sottosegretario qualunque e glielo va a dire direttamente come fossimo solo noi quelli che …
Nella Ue tutti truccarono i dati

Se qualche anima candida pensa ancora che la Germania prima di entrare nell’euro fosse in gran forma, l’unica pulita, si legga questi due articoli d’archivio risalenti al 1997…
La Bundesbank a Waigel: niente trucchi contabili – Archivio

Industry Objects to Waigel’s Latest Budget Proposal : Bonn …

Tempo fa lessi di uno swap di 70 miliardi di marchi in un’analisi del Fondo monetario internazionale che consentì alla Germania di dettare le condizioni agli altri paesi, dall’alto della sua posizione di stabilità economica. Sparito!
19/07/2014 10:45
 
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Dite la verità, durante questa crisi avete mai sentito parlare delle difficoltà delle voragini con la banca intorno tedesche che vanno sotto il nome di landesbanken o sparkassen, avete mai sentito parlare delle innumerevoli banche tedesche fallite durante questa crisi, da media o dai giornali italiani in prima pagina?
No se non ci fosse stato il vostro Icebergfinanza, nessuno vi avrebbe raccontato che questa crisi di debito privato è nata principalmente in Europa per colpa soprattutto delle banche PUBBLICHE tedesche, che ognuno di Voi ha contribuito a salvare o tamponare con manovre finanziarie varie che a loro volta hanno contribuito a rimpinguare i vari fondi salvastati che servivano per fare tornare indietro tutti i soldini che le varie banche tedesche hanno prestato in tutta Europa, soprattutto in Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda.
Ovviamente nessuno vi dirà che il debito pubblico sta esplodendo anche grazie alle decine di miliardi che stiamo versando per salvare le banche altrui.
Una banca austriaca è in difficoltà per causa dei paesi dell’Est europeo, una portoghese non riesce ad onorare puntualmente il suo debito e viene giù il mondo, per simpatia le banche italiane rimaste ai margini dell’orgia subprime europea collassano, mentre Deutsche Bank una voragine derivata che ha pure truccato i bilanci per non dovere ricorrere al salvataggio statale, fatica a trovare capitali e il mercato se ne frega tutto continua come nulla fosse.
Non chiedetemi di ripetere tutto quanto condiviso negli ultimi anni, se passate di qui per la prima volta, fate lo sforzo di utilizzare il tasto ricerca che trovate in cima alla pagina a destra o i vari TAG e troverete tutte le risposte alle vostre domande.
Ieri il buon Draghi siccome non aveva nulla da fare e da dire ha sottolineato tanto per rispondere a Renzi che chiede ai banchieri di farsi gli affari propri senza occuparsi di politica…

Ma certo serve una governance condivisa UE per le riforme strutturali ma non serve per le banche tedesche, le leggendarie voragini con la banca intorno che vanno sotto il nome di Landesbanken o Sparkassen, di cui abbiamo ampiamente documentato in questi anni le voragini appunto, che noi popolo di fessi stiamo contribuendo a riempire con la gentile collaborazione dei fondi di salvataggio europei che stanno facendo esplodere il nostro debito.
Ve lo riassumo qui ma su, visto che se lo scrive Icebergfinanza è un blog cospirazionista e complottista …Tutte le Mps tedesche di cui la Merkel non parla
Non sforzatevi di cercare informazioni sui media mainstream, loro non vi diranno mai che siete vacche da latte, no non vi diranno mai che i fessi esistono perchè servono ai furbi.
«Il compito della Bundesbank è assicurare il proprio obiettivo statutario, e non partecipare al dibattito politico italiano. Io rispetto il lavoro della Bundesbank, ma non parlo delle Sparkassen e delle Landesbanken (una stoccata viste le eccezioni ai regolamenti europei che Berlino ha ottenuto per mantenere la vigilanza sulle casse di risparmio e le banche rurali, ndr). L’Europa è dei cittadini, non dei banchieri».
Mentre i fessi si agitano per una banchetta portogese, in Germania si preparano ad una nuova ondata di fallimenti propri e altrui…
Germany OKs plan to make creditors prop up banks
Prima di quanto richiesto i tedeschi si sono affrettati ad approvare il cosidetto BAIL IN ovvero uan legge che costringe i creditori ad assumersi la resposnabilità di salvare le banche in difficoltà in tutta Europa, come riporta il WSJ.
Sarà affascinante osservare cosa accadrà quando Deutsche Bank entrerà definitivamente nel girone dantesco, a rischio fallimento, come è già accaduto alcuni anni fa.
“Questo garantisce che in tempi di crisi soprattutto creditori e risparmiatori contribuiranno a risolvere la crisi, lasciando in pace i contribuenti si suppone…senza dimenticare cosa in realtà è accaduto a Cipro ovviamente. Quindi in Gemrnaia sono pronti già dal 2015 a salvare le banche anche se sarà dura arrivarci al 2015/2016 senza l’aiuto di Draghi!

La Germania applicherà queste regole già dal prossimo anno, secondo il disegno di legge. I creditori bancari, oltre ai soci, dovranno aiutare le istituzioni finanziarie, coprendo sino al 8% del passivo, prima che le banche possono attingere ai mercati finanziari o al Fondo di stabilizzazione gentilmente offerto dal contribuente tedesco SoFFin.
Va tutto bene ovviamente Madama la Marchesa, anche se qualche spiffero nelle ultime settimane è arrivato dall’Austria che ormai sta diventando come un formaggio gruviera e dal Portogallo…


[SM=g1430727]
19/07/2014 12:34
 
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Dicono che in Europa stiamo uscendo dalla crisi
Dicono che in Europa stiamo finalmente uscendo dalla crisi. In realtà si é registrano giusto qualche misero decimale di crescita e, la disastrosa strategia dell’austerity, scelta dall’Europa, ha portato stati ricchi ad arricchirsi sempre di più a dispetto degli stati poveri, quali Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. Si persevera nel taglio della la spesa pubblica ricorrendo ad esuberi, mobilità, blocco dei contratti e loro armonizzazione al livello retributivo più basso. E mentre in Italia si taglia nel resto d'Europa si investe in servizi sociali e nella pubblica amministrazione. Le aziende a capitale totalmente pubblico o misto pubblico/privato, cioé le aziende fornitrici dei servizi pubblici locali, trasporti, luce, gas, acqua, farmacie, assistenza all’infanzia ai disabili agli anziani, tanto per citarne solo alcune, potrebbero essere privatizzate in modo da destinare il ricavato alla riduzione del debito pubblico. Il nostro paese, pare che abbia già conosciuto enormi processi di privatizzazione, il che ha significato la fine dell’intervento diretto dello stato in economia e, il frutto di speculazioni, hanno fatto il seguito causando fallimenti e migliaia di posti di lavoro distrutti, licenziamenti, degrado dei servizi e aumenti delle tariffe per tutti. Una strategia aziendale che dimostra come il discorso sulle privatizzazioni nulla abbia a che fare con la riduzione del debito pubblico perché, esso, il debito pubblico, dal 1992 al 2012 è aumentato il maniera esponenziale. Il vero scopo della privatizzazione si è rivelato un sistema utile solo a imprenditori che cercano di continuare a macinare profitti là dove, senza rischi, il guadagno è certo e ce ne rendiamo conto quando siamo costretti a pagare salatissime bollette, poiché non possiamo fare a meno dei servizi pubblici essenziali. Facciamoci coraggio, è arrivato il momento di renderci conto che il nostro non è un “paese pirandelliano”, come qualcuno lo ha definito a ragione. Giornalmente ci propinano fesserie e tant’altro alcuni abili imbonitori o persuasori, che dir si voglia , sempre i soliti che si alternano in programmi televisivi che non hanno il modo di fare informazione . Quindi, sono giunto alla conclusione che neanche li ascolto e passo alla visione di documentari, scuole di cucina, servizi su storia, scienza e qualunque altra cosa che non mi faccia sentire un fesso teledipendente. e, male che vada farei un sogno animato da mostri e marziani grazie ad una ad una indigestione per i pasti luculliani che mi propina mia moglie.
Giuseppe (Pino) Verbari
(Il Quotidiano di Calabria 3/5/2014)
29/07/2014 11:10
 
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Probabilmente c’è bisogno ancora di qualche altro anno di profonda crisi per comprendere che siamo in mezzo ad una depressione, ad un bombardamento che come abbiamo visto ieri ha già fatto più danni della seconda guerra mondiale…GUERRA…CIRCOSTANZE ECCEZIONALI!

Nei sei anni che vanno dal 2008 al 2013 è raddoppiata la disoccupazione, i poveri, la produzione industriale è crollata del 25%, un’impresa su quattro ha dovuto chiudere i battenti, il reddito delle famiglie è precipitato ai livelli di 25 anni fa, le retribuzioni hanno toccato la soglia raggiunta nel lontano 1992, la classe media si è scoperta povera, sta liquidato il patrimonio dei padri pur di sopravvivere…

…si perchè un’altro dei soliti sottosegretari all’economia ieri ha sottolineato che …ci diamo un orizzonte triennale per avere una programmazione strategica”.

Orizzonte triennale? Ma in Italia l’hanno capito che serve un “new deal” ora, subito, adesso? Vi prego se vedete in giro quella buon’anima di Roosevelt, ditegli che abbiamo bisogno di lui.

Ve la ricordate l’Argentina e la nazionalizzazione dei fondi pensione o il blitz polacco sui fondi pensione che spaventa gli investitori esteri ?

Ebbene ieri uno dei tanti sottosegretari all’economia di questo Paese ha dichiarato che … vogliamo immettere nel circuito di sostegno all’economia reale – sottolinea Baretta – quota parte dei fondi pensione che ora hanno tra i 100 e i 120 miliardi investititi in titoli. Il 10% di quei fondi e’ un punto di Pil”. Baretta: “Faremo di tutto per evitare una manovra correttiva

Si ma dai mica è come in Argentina o in Polonia, suvvia!

Ma vediamo le cifre aggiornate al 2013…

Alla fine del 2013 i fondi registrati alla Covip erano 510 con un patrimonio complessivo di 116,4 miliardi. Sono 330 fondi pensione preesistenti al 1992, che totalizzano 50 miliardi di risparmio, il 40% del totale, 39 fondi pensione negoziali (con un patrimonio di 34,5 miliardi), 59 fondi pensione aperti (12 miliardi) e 81 Pip (19,5 miliardi).
Complessivamente le forme previdenziali hanno un patrimonio disponibile per gli investimenti di 86,8 miliardi. Di questi, una parte cospicua, oltre il 61%, è costituito da titoli di debito: 24 miliardi erano investiti, a fine 2013, in titoli di Stato italiani. Molto ridotta invece la quota investita in titoli emessi da imprese italiane: 2,1 miliardi, di cui solo 700 milioni in titoli azionari. Secondo il presidente Tarelli il supporto che arriva dai fondi pensione all’economia italiana è limitato e c’è “un margine significativo” per ottimizzare le scelte di investimento dei fondi.

Andiamo a leggere ora cosa dice l’audizione del Direttore Generale CONSOB
Gaetano Caputi datata aprile 2014…Il finanziamento dell’economia reale e il ruolo dei fondi …

Il possibile ruolo dei fondi pensione in un’ottica di sviluppo
Alla luce delle prospettive economiche ancora fragili, risulta indispensabile avviare l’Europa su un sentiero di crescita più robusta e sostenibile. Per il raggiungimento di tale obiettivo è particolarmente importante individuare fonti alternative al credito bancario per il finanziamento sia delle imprese, in particolare di quelle di dimensioni medio-piccole sia degli investimenti a lungo termine in infrastrutture e capitale umano, che favoriscano l’innovazione e il recupero di competitività.
Progetti nel campo energetico, dei trasporti, delle tecnologie industriali, della sostenibilità ambientale, dell’istruzione e della ricerca necessitano, infatti, di un impegno di lungo periodo da parte degli investitori. Si tratta di progetti indispensabili per il ritorno alla crescita, in particolare in economie mature come quelle dei paesi europei.
In Europa il finanziamento delle infrastrutture e delle piccole e medie imprese è stato finora realizzato prevalentemente attraverso il canale del credito bancario. Il processo di deleveraging avviato dagli enti creditizi europei, indotto sia dall’evoluzione della crisi finanziaria e del debito sovrano sia dalla severità della regolamentazione di settore, rende tuttavia indispensabile la promozione di fonti di finanziamento alternative, specie per quei paesi con una crescita economica ancora troppo debole.
Allo stato attuale, solo le società quotate di maggiori dimensioni riescono ad accedere a forme di finanziamento alternative al credito bancario, quali il funding obbligazionario.
Lo sviluppo di fonti alternative di finanziamento, sia per le imprese di piccole e medie dimensioni sia per progetti infrastrutturali di lungo periodo, deve necessariamente passare per un maggior coinvolgimento degli investitori istituzionali, tra cui anche i fondi pensione.

Fin qui tutto bene ma chi glielo dice a questi signori che in Italia non c’è una crisi di offerta ma di domanda, domanda, domanda, domanda, domanda…aggregata per gli amici?

Come fai a spiegarglielo che se la popolazione non ha voglia di bere perchè non ha i soldi per permetterselo o è semplicemente ubriaca, non serva a nulla aumentare il numero di bar che offre liquidità o spirito a chissà quale prezzo visti gli spread, si perchè anche l’alcool ha un suo prezzo e chi lo vende fondi pensione o altro si aspetta un ritorno che ora ottiene con l’investimento in titoli di Stato.

Facciamo vendere i titoli di Stato per finanziare un’offerta a servizio di una domanda che non c’è?

Nel frattempo è affascinante osservare i fondi pensione americani rischiare il botto nel paradiso portoricano Il Portorico come l’Argentina, paradiso caraibico a rischio …


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