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by Claudione

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2014 11:10
02/01/2013 12:05
 
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E così siamo arrivati all’agenda Monti, uno pensava che fosse già stato raggiunto il fondo … e invece no! Però stavolta ci siamo, stavolta il fondo è stato toccato, stavolta non si può scendere più di così!

L’agenda Monti è il livello più basso mai raggiunto dalla politica italiana, e, lasciatemelo almeno auspicare, ora che abbiamo toccato il fondo, sarà impossibile pensare a qualcosa di peggio!

Scrivo principalmente articoli di carattere finanziario, giornalmente i miei commenti alla chiusura della Borsa italiana e di quella americana oltre che su Finanza In Chiaro vengono riportati da Trend-online e Yahoo Finanza, ma, saltuariamente, indosso i panni di notista politico, forse presuntuosamente, cercando di fare informazione, fornendo spesso un’altra chiave di lettura rispetto a quella propinataci dai media tradizionali.

Visto che nessuno mi paga sono assolutamente libero di scrivere ciò che penso, senza condizionamenti di sorta.

Sono stato spesso critico, come i miei fedeli lettori ben sanno, con Mario Monti ed il suo Governo, teso, a mio avviso, più a distruggere l’apparato produttivo italiano che a farlo rinascere, ma non ho preconcetti, quindi voglio conoscere prima di giudicare.

Arrivare però alla fine delle 25 pagine dell’agenda Monti è stata una fatica pazzesca, al confronto “Guerra e Pace” si legge tutto d’un fiato.

L’agenda Monti è di una noia mortale, dalla prima all’ultima riga è un susseguirsi continuo di banalità.

Un consiglio a tutti coloro che soffrono di disturbi del sonno: buttate via le benzodiazepine, creano dipendenza ed il loro effetto svanisce in poco tempo e sostituitele con l’agenda Monti, vi assicuro che funziona perfettamente e non dà nessun tipo di assuefazione.
Penso che si possano contare sulle dita di una mano le persone che sono andate oltre la terza pagina, io me lo sono imposto, ho dovuto accettare questo supplizio perché ero ben conscio che se avessi osato esser critico, la prima obiezione che mi avrebbero fatto sarebbe stata: “Ma tu l’hai letta tutta l’agenda Monti?”

Per questo ingurgitando intere caffettiere da sei, sono arrivato fino alla venticinquesima pagina, ed a tutti coloro che si sono approcciati alla lettura, ma che si sono addormentati dopo la terza pagina, posso garantire che la monotonia che li ha portati all’abbiocco continua anche per le ventidue pagine seguenti.

L’agenda Monti, in buona sostanza, è un’accozzaglia di discorsi scontati, banali e soprattutto vecchi, vecchi e poi ancora vecchi. Cose che la gente è stufa di sentirsi raccontare.

Non c’è un progetto che si possa considerare innovativo, non c’è un’idea originale, è la solita litania che parla di un Paese che deve essere più solidale, con la scontata lotta all’evasione fiscale, ed una pubblica amministrazione da rendere più efficiente, un Paese che vuole puntare sulla formazione professionale e la ricerca, meritocratico e che guarda come opportunità all’economia “verde”.

Naturalmente non poteva mancare la scontata nenia sulle bellezze artistiche dell’Italia che potrebbero essere meglio sfruttate economicamente da un settore turistico da potenziare, ed i giovani, e le donne e il welfare e la famiglia.

Per finire con il federalismo, ma soprattutto con la lotta alla “casta” e a tutte le mafie, insomma un’agenda che avrebbe potuto scrivere un anonimo consigliere di circoscrizione di uno sperduto paese di provincia, non un politico che si candida a cambiare il Paese.

Penso che si possano contare sulle dita di una mano le persone che sono andate oltre la terza pagina, io me lo sono imposto, ho dovuto accettare questo supplizio perché ero ben conscio che se avessi osato esser critico, la prima obiezione che mi avrebbero fatto sarebbe stata: “Ma tu l’hai letta tutta l’agenda Monti?”

Per questo ingurgitando intere caffettiere da sei, sono arrivato fino alla venticinquesima pagina, ed a tutti coloro che si sono approcciati alla lettura, ma che si sono addormentati dopo la terza pagina, posso garantire che la monotonia che li ha portati all’abbiocco continua anche per le ventidue pagine seguenti.

L’agenda Monti, in buona sostanza, è un’accozzaglia di discorsi scontati, banali e soprattutto vecchi, vecchi e poi ancora vecchi. Cose che la gente è stufa di sentirsi raccontare.

Non c’è un progetto che si possa considerare innovativo, non c’è un’idea originale, è la solita litania che parla di un Paese che deve essere più solidale, con la scontata lotta all’evasione fiscale, ed una pubblica amministrazione da rendere più efficiente, un Paese che vuole puntare sulla formazione professionale e la ricerca, meritocratico e che guarda come opportunità all’economia “verde”.

Naturalmente non poteva mancare la scontata nenia sulle bellezze artistiche dell’Italia che potrebbero essere meglio sfruttate economicamente da un settore turistico da potenziare, ed i giovani, e le donne e il welfare e la famiglia.

Per finire con il federalismo, ma soprattutto con la lotta alla “casta” e a tutte le mafie, insomma un’agenda che avrebbe potuto scrivere un anonimo consigliere di circoscrizione di uno sperduto paese di provincia, non un politico che si candida a cambiare il Paese.


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