Dicono che in Europa stiamo uscendo dalla crisi
Dicono che in Europa stiamo finalmente uscendo dalla crisi. In realtà si é registrano giusto qualche misero decimale di crescita e, la disastrosa strategia dell’austerity, scelta dall’Europa, ha portato stati ricchi ad arricchirsi sempre di più a dispetto degli stati poveri, quali Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. Si persevera nel taglio della la spesa pubblica ricorrendo ad esuberi, mobilità, blocco dei contratti e loro armonizzazione al livello retributivo più basso. E mentre in Italia si taglia nel resto d'Europa si investe in servizi sociali e nella pubblica amministrazione. Le aziende a capitale totalmente pubblico o misto pubblico/privato, cioé le aziende fornitrici dei servizi pubblici locali, trasporti, luce, gas, acqua, farmacie, assistenza all’infanzia ai disabili agli anziani, tanto per citarne solo alcune, potrebbero essere privatizzate in modo da destinare il ricavato alla riduzione del debito pubblico. Il nostro paese, pare che abbia già conosciuto enormi processi di privatizzazione, il che ha significato la fine dell’intervento diretto dello stato in economia e, il frutto di speculazioni, hanno fatto il seguito causando fallimenti e migliaia di posti di lavoro distrutti, licenziamenti, degrado dei servizi e aumenti delle tariffe per tutti. Una strategia aziendale che dimostra come il discorso sulle privatizzazioni nulla abbia a che fare con la riduzione del debito pubblico perché, esso, il debito pubblico, dal 1992 al 2012 è aumentato il maniera esponenziale. Il vero scopo della privatizzazione si è rivelato un sistema utile solo a imprenditori che cercano di continuare a macinare profitti là dove, senza rischi, il guadagno è certo e ce ne rendiamo conto quando siamo costretti a pagare salatissime bollette, poiché non possiamo fare a meno dei servizi pubblici essenziali. Facciamoci coraggio, è arrivato il momento di renderci conto che il nostro non è un “paese pirandelliano”, come qualcuno lo ha definito a ragione. Giornalmente ci propinano fesserie e tant’altro alcuni abili imbonitori o persuasori, che dir si voglia , sempre i soliti che si alternano in programmi televisivi che non hanno il modo di fare informazione . Quindi, sono giunto alla conclusione che neanche li ascolto e passo alla visione di documentari, scuole di cucina, servizi su storia, scienza e qualunque altra cosa che non mi faccia sentire un fesso teledipendente. e, male che vada farei un sogno animato da mostri e marziani grazie ad una ad una indigestione per i pasti luculliani che mi propina mia moglie.
Giuseppe (Pino) Verbari
(Il Quotidiano di Calabria 3/5/2014)