Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 3 4 5 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

by Claudione

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2014 11:10
19/04/2012 13:41
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
 
Email
 
Scheda Utente

OFFLINE
Post: 6.878
Registrato il: 06/01/2009
Città: PAVIA DI UDINE
Età: 71
Sesso: Maschile
....sembro noioso.....ma cari virtuali una piccola lettura ....e....
Anche la manovra economica decisa dal Governo Monti per consolidare l’obiettivo di azzerare il deficit nel 2012 è essenzialmente concentrata sull’aumento della pressione fiscale: la nuova tassazione non risparmia nulla, dai redditi ai consumi, dalle abitazioni agli investimenti mobiliari, ovunque siano localizzati in Italia o all’estero. In mancanza di queste misure draconiane, ribadiscono quotidianamente esponenti del Governo, avremmo già avuto il tracollo del valore del debito pubblico sui mercati finanziari oltre alla drammatica certezza dell’insuccesso delle prossime aste di Bot e Btp.
Ora, è possibile che ciò sia vero, ma il prezzo che l’economia sta già pagando è la recessione, come confermano le rilevazioni dell’Istat. Le imprese stentano ad approvvigionarsi di credito e le stesse banche a fornirlo, visto che i tassi di interesse sul debito pubblico trascinano verso l’alto, per tutti, il costo del denaro. L’Italia si sta dunque avvitando in una spirale perversa mentre il premio al rischio cresce ogni giorno che passa per via della recessione; non bastasse, l’onere per gli interessi sul debito dello Stato drena dall’economia reale oltre 80 miliardi l’anno - tutti prelevati attraverso la tassazione - di cui metà elargiti all’estero.

La strada maestra per uscire dalla palude resta dunque il taglio del debito, subito ed in maniera drastica: un obiettivo su cui nessun Governo ha voluto ancora seriamente cimentarsi, preferendo riassorbire il debito con l’avanzo primario sul bilancio. Il risultato, dal 1992, non è mai cambiato: sempre più tasse, sempre meno servizi pubblici, sempre lo stesso debito.

La soluzione c’è; attuarla è più urgente che mai. Si tratta di conferire tutto il patrimonio disponibile dello Stato (non meno di 300 miliardi) in un unico “Fondo patrimoniale degli Italiani”, le cui quote verrebbero acquisite dalle famiglie, sia prevedendo l’obbligo ad investire sia consentendo di conferire titoli del debito pubblico in circolazione. Nel Fondo si dovrebbe far confluire oltre alle proprietà immobiliari anche le azioni di imprese pubbliche possedute dal Tesoro, quotate e non, per la parte eccedente il loro controllo. Le famiglie italiane diverrebbero così direttamente proprietarie di quote di un fondo comune di investimento, con un impiego immediatamente fruttifero delle proprie risorse finanziarie, un impiego che se ben gestito troverebbe peraltro sicura rivalutazione nel tempo. Per avere un’idea di ciò che si metterebbe in moto, basti osservare che il completamento dell’operazione (che può essere diluita in due-tre anni) comporterebbe la riduzione del 20% nel rapporto debito/pil.

Il risparmio per il bilancio dello Stato sarebbe immediato: diminuirebbero sia il servizio del debito sia i tassi di interesse. L’intera economia italiana ne beneficerebbe immediatamente. Anziché lasciarci tassare inutilmente, solo per continuare e pagare alti interessi sul debito pubblico, è arrivato il momento di riscattarlo, ricomprandolo.


Prima proposta

Istituzione del Fondo patrimoniale degli Italiani

Scarica e leggi l'articolato della proposta di legge

Commento/ Ricompriamoci il debito, è la sola via

La situazione attuale dell'Italia ricorda per certi aspetti gli eventi che nel 1926 portarono alla Quota Novanta Allora fu necessario un provvedimento fortemente punitivo per gli investitori. Oggi si può fare molto meglio.

La situazione del debito pubblico italiano, la crescita estremamente modesta del prodotto interno che caratterizza l'economia da oltre un ventennio e i vincoli derivanti dall'adozione dell'euro a partire dal 2001 richiamano alla memoria il periodo in cui si dovette recuperare il rapporto di cambio tra lira e sterlina esistente nel 1919, la cosiddetta Quota Novanta, al fine di riconquistare credibilità sui mercati finanziari internazionali, con l'adozione di politiche fortemente restrittive sulle dinamiche dei redditi interni. Nel 1926, infatti, il cambio tra lira e sterlina era arrivato a 153 e i mercati finanziari iniziarono a dubitare fortemente della capacità dell'Italia di onorare gli impegni: i capitali stranieri investiti in Italia avevano cominciato a ritirarsi precipitosamente.

Continua...

Guido Salerno Aletta


Seconda proposta

Misure strutturali per la stabilizzazione finanziaria e l'abbattimento del debito delle Pubbliche amministrazioni

Scarica e leggi l'articolato della proposta di legge

Commento/ Il debito? Si taglia così

L'abbattimento del 60% in 20 anni non sarà mai ottenibile, anche con una crescita robusta. Ecco allora due misure precise: risparmio forzoso su tutti i pagamenti della Pubblica Amministrazione e nuova emissione di titoli con garanzia immobiliare privata, remunerata e incentivata fiscalmente

Prima o poi, arriva il momento in cui si devono fare i conti con se stessi, con la propria storia e soprattutto con il futuro.

L’Italia è alle prese con un vero, grande problema: il debito pubblico è alto ma soprattutto costa troppo. La situazione è ben diversa dagli anni 80 e 90: allora la spesa pubblica era fuori controllo. Ora no. Ma il livello del debito rende deboli sui mercati finanziari e drena inutilmente risorse verso la rendita.

Rispetto al passato, occorre quindi un’analisi profondamente diversa, sia sul piano economico finanziario, ma soprattutto sul versante politico ed istituzionale. All’interno e nei confronti dell’Unione europea. Non c’è alcuna solidarietà su cui possiamo contare: si è visto con la Grecia. La proposta di emettere eurobond, pure sostenuta a più riprese dall’Italia per sottrarre alla speculazione i debiti sovrani dei Paesi più a rischio, è stata bocciata da Francia e Germania: per ragioni egoistiche, ma ben comprensibili. Non vogliono pagare interessi più elevati sul proprio debito. Se ne riparlerà in futuro, forse, quando ognuno si sarà rimesso in carreggiata, quando non serviranno più a bilanciare le diverse posizioni, a mediarle: quando  saranno divenuti superflui. Da qui occorre partire: ognun per sé. 

Continua... 

Guido Salerno Aletta
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com