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Dl banche, via libera del Senato. Il Governo va sotto su emendamento: confermato il giro di vite sulle pensioni dei manager pubblici
Cronologia articolo2 maggio 2012Commenta
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Argomenti: Management | Senato della Repubblica | PDL | Corte Costituzionale | Antonio Manganelli | Filippo Patroni Griffi | Lega | Luigi Li Gotti | Senato
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Dl banche, Governo battuto su pensioni manager Pa
Via libera dell'Aula del Senato al decreto correttivo sulle commissioni bancarie. I voti a favore sono stati 207, i contrari 27 e una astensione. Il provvedimento, modificato a Palazzo Madama, passa ora alla Camera in seconda lettura. Sul provvedimento il Governo è stato battuto su un emendamento dell'Idv che ha abrogato il comma di un articolo del decreto, che conteneva una norma a favore delle pensioni dei manager pubblici. I favorevoli sono stati 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94. «Una vittoria dell'etica della cosa pubblica sugli interessi della casta di privilegiati», ha commentato Luigi Li Gotti (Idv), capogruppo in commissione Giustizia di palazzo Madama.
No alle commissioni bancarie per "rosso" fino a 500 euro delle famiglie
Fra le novità viene esclusa l'applicazione di commissioni bancarie alle famiglie i cui conti correnti vadano in "rosso" o oltre al fido fino a 500 euro per un periodo non superiore a 7 giorni consecutivi ogni trimestre.
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Il contenuto del comma abrogato
Il secondo comma dell'articolo 1 abrogato, riguiardava i riflessi sulla misura del trattamento pensionistico dei limiti massimi dei trattamenri economici, relativi ai rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le pubbliche amministrazioni statali. L'applicazione dei limiti richiede la determinazione dei criteri di calcolo della quota di trattamento pensionistico la liquidare secondo il sistema retributivo (la quota di trattamente che rientra nel contributivo è correlata alla misura degli emolumenti percepiti "tempo per tempo"). In pratica il comma abrogato stabiliva che questo «taglio» di stipendio era ininfluente ai fini della definizione della pensione per la parte calcolata con il metodo retributivo.
«Questo articolo - aveva spiegato in aula il sottosegretario Claudio De Vincenti - fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell'andata in pensione avranno l'assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012». Il comma non comportava oneri per la finanza pubblica e il governo lo aveva inserito nel decreto sulla commissioni bancarie per evitare possibili ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale.
A febbraio il ministro della semplificazione e Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi aveva reso noti gli stipendi dei manager della pubblica amministrazione. Il capo della Polizia, Antonio Manganelli era risultato il dirigente pubblico con la retribuzione più alta. Il solo a superare i 600mila euro, arrivando a 621.253,75 euro. Poi seguiva il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, con 562,331,86 euro. Sul podio anche il capo dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, terzo con 543.954,42 euro. Leggi l'articolo con la classifica degli stipendi dei manager pubblici