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........ALERT.....utilissime.....

Ultimo Aggiornamento: 14/08/2014 21:00
15/05/2012 17:40
 
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I leader dei partiti politici ellenici non sono riusciti a raggiungere un accordo per la formazione di un Governo di coalizione, aprendo la strada a nuove elezioni probabilmente già a giugno. E il panico si è scatenato sulle borse europee. Dopo la notizia infatti Piazza Affari ha virato in territorio negativo, con il Ftse Mib in rosso dell'1,69% a 13.430 punti e lo spread Btp/Bund tornato sopra quota 430, a 434 punti base. [SM=g1430706]
15/05/2012 19:24
 
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Re:
udineipp53, 15/05/2012 17.40:

I leader dei partiti politici ellenici non sono riusciti a raggiungere un accordo per la formazione di un Governo di coalizione, aprendo la strada a nuove elezioni probabilmente già a giugno. E il panico si è scatenato sulle borse europee. Dopo la notizia infatti Piazza Affari ha virato in territorio negativo, con il Ftse Mib in rosso dell'1,69% a 13.430 punti e lo spread Btp/Bund tornato sopra quota 430, a 434 punti base. [SM=g1430706]




Usciamo dall'europa ,ci hanno rotto le palle!


15/05/2012 20:00
 
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martedì 15 maggio 2012
Aula deserta: si discute di tagli ai rimborsi. C'erano più alunni che deputati




Lunedì 14 maggio, in Aula alla Camera si discute sul dimezzamento dei rimborsi ai partiti: presenti 20 deputati, assenti 610. Davanti agli occhi sbigottiti di scolaresche pugliesi in visita al secondo ramo del Parlamento. Eppure Mario Monti aveva detto che sarebbe stata una riforma epocale.
Tra i pochisimi presenti, Maurizio Lupi, vice presidente della Camera che presiedeva la seduta, Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) – i due relatori – Cambursano (Misto), Vanalli (Lega), Zaccaria (Pd), Tassone (Udc), Lorenzin (Pdl), Favìa (Idv), Orsini (Pt), Misiti (Grande Sud), Gava (Misto Pli), Iannaccone (Noi Sud), Borghesi (Idv), Giachetti (Pd), Lanzillotta (Api), Bernardini (Pd), Ugo Sposetti (Pd) Della Vedova (Fli)






15/05/2012 20:34
 
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Re:
P@tty66, 15/05/2012 20.00:

martedì 15 maggio 2012
Aula deserta: si discute di tagli ai rimborsi. C'erano più alunni che deputati




Lunedì 14 maggio, in Aula alla Camera si discute sul dimezzamento dei rimborsi ai partiti: presenti 20 deputati, assenti 610. Davanti agli occhi sbigottiti di scolaresche pugliesi in visita al secondo ramo del Parlamento. Eppure Mario Monti aveva detto che sarebbe stata una riforma epocale.
Tra i pochisimi presenti, Maurizio Lupi, vice presidente della Camera che presiedeva la seduta, Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) – i due relatori – Cambursano (Misto), Vanalli (Lega), Zaccaria (Pd), Tassone (Udc), Lorenzin (Pdl), Favìa (Idv), Orsini (Pt), Misiti (Grande Sud), Gava (Misto Pli), Iannaccone (Noi Sud), Borghesi (Idv), Giachetti (Pd), Lanzillotta (Api), Bernardini (Pd), Ugo Sposetti (Pd) Della Vedova (Fli)



Hai visto che vergogna !!! E continuano a farci credere che vogliono il bene del popolo con i soliti discorsi.Ma che andassero a fanc...



15/05/2012 20:51
 
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Pepitu, come mai così agitato?
Non ne vale la pena farsi il sangue cattivo, sarebbe troppo facile cambiare il mondo con un voto, camerieri sono e resteranno, in sostanza comunque dei poveri di spirito.
15/05/2012 21:34
 
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Re:
Antonius Block76, 15/05/2012 20.51:

Pepitu, come mai così agitato?
Non ne vale la pena farsi il sangue cattivo, sarebbe troppo facile cambiare il mondo con un voto, camerieri sono e resteranno, in sostanza comunque dei poveri di spirito.




Tranquillo non mi agito piu' per questa gentaglia [SM=g1430690]


17/05/2012 08:25
 
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In questi giorni e in queste ore non si fa che parlare degli errori del governo Monti. Cosa dovrebbe fare, quali tagli dovrebbe operare e quali tasse ridurre. E figuratevi un po’ se il cuoco non condivide. Ma attenzione, rischiamo di commettere lo stesso identico errore che alcuni fecero in autunno con il Cav. Cari commensali c’è del marcio in Europa, l’Italia ne fa parte, ma non ne siamo l’unica causa. Neanche Mazinga Z a Palazzo Chigi sarebbe riuscito a risolvere da solo il problema dell’euro, figurarsi Robocop-Monti.
La questione, come abbiamo cucinato altre volte, è tutta politica: tocca capire se l’Europa è un gruppetto di nazioni che vanno per conto loro, ma con la stessa moneta. Ovvero una cosa sola che ha pure, come accidente, la stessa moneta. Vabbè di questo ne abbiamo già discusso e sapete come il cuoco la pensi.
Ma voglio riflettere sul domani, inteso come quello delle prossime ore.
E il futuro si chiama Grecia. Se Atene dovesse uscire dall’euro, sono cavoli neri. Non vi fate tante illusioni e non vi fermate a questa apodittica conclusione. Sono cavoli per motivi prettamente socio-psicologici.
Lo scenario è il seguente. Un venerdì sera, la Grecia decide di convertire i suoi euretti in Dracme. Tralasciate tutte le considerazioni tecniche-economiche e le prosettive. Pensate solo all’annuncio. Già mi immagino Tg di tutto il mondo che riprendono l’apertura delle banche elleniche il lunedì mattina. Con i risparmiatori in fila davanti agli sportelli e ai bancomat per portarsi a casa un po’ di residua valuta pregiata (cioè l’euro ancora non svalutato in dracma) dai forzieri delle banche. Magari le stesse file potrebbero arrivare, grazie alle soffiate che noi greci-latini conosciamo bene, anche prima dell’annuncio ufficiale.
Ecco: code alle banche. L’inizio del patatrac in un’economia capitalista è questa. E da noi che siamo a poche centinaia di chilometri e con la Spagna che a quel punto sarebbe anche essa ad un soffio dal burrone, che pensate si faccia? La paura sarebbe forte, irrazionale ma fino ad un certo punto, e ci metteremmo preventivamente in fila. Alimentando così la propagazione del virus: autorealizzando la profezia dell’uscita dall’euro.
Anche in questa cucina che ha affezionati clienti, ma tutto sommato non così sconfinati, si ha timore a servire questa pietanza. Il cuoco non vuole contribuire a cucinare il piatto con cui rischiamo di venire soffocati. Ma cari commensali una cosa è certa: l’uscita della Grecia dall’euro non è una cosa buona. E non per le sue ragioni economiche (il suo pil è inferiore a quello della sola Lombardia), ma quell’effetto contagio che creerebbe in un solo istante.
C’è solo da augurarsi che i politici europei, che hanno ora in mano il pallino della crisi, sappiano gestire con accortezza una materia così delicata. La storia insegna che le grande crisi, nascono ovviamente sul mercato, ma vengono amplificate e propagate da errate scelte politiche.
18/05/2012 15:52
 
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Piano di emergenza Ue e Bce per fare uscire la Grecia dall'euro, è giallo

La Commissione europea e la Banca centrale europea stanno lavorando a un piano sull'uscita della Grecia dall'euro: lo ha affermato il commissario europeo al commercio, Karel De Gucht, in una intervista ad un quotidiano. L'uscita delle Grecia dalla valuta unica non decreterebbe la fine dell'euro, ha aggiunto. Ad ogni modo De Gucht ha affermato che ad Atene conviene restare nell'euro.

Ma la Commissione europea smentisce. «Questo non è lo scenario al quale stiamo lavorando. Tutto quello che abbiamo fatto finora e che stiamo facendo - ha affermato oggi a Bruxelles la portavoce di turno della Commissione europea Mina Andreeva (l'Esecutivo Ue oggi è chiuso per il ponte dell'Ascensione) - è nella prospettiva di mantenere la Grecia nell'euro. E non commentiamo - ha concluso Andreeva - scenari irrealistici».

«Il governo della Germania ha il dovere di prepararsi all'eventualità di una uscita della Grecia dell'euro» ha intanto affermato la portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Silke Bruns.

In Grecia è iniziata «la fine della partita» il cui è esito è molto incerto, aveva detto De Gucht. Per questo Commissione Ue e Bce stanno studiando «scenari di emergenza» per l'eurozona nel caso in cui Atene non ce la faccia ed esca dalla moneta unica, senza però dimenticare che il rispetto degli impegni presi dal paese ellenico resta la sola «opzione razionale».

«La domanda è sapere se tutti manterranno il loro sangue freddo nelle settimane a venire», aveva affermato l'ex ministro degli esteri belga, noto per il suo modo di parlare molto diretto che ha giá suscitato più di una polemica sia nel suo paese che in seno all'esecutivo comunitario.

Anche per De Gucht non ci sono quindi alternative al secondo piano di salvataggio messo in piedi dalla troika Ue-Bce-Fmi: «la Grecia deve mettere in atto gli accordi conclusi, è la sola opzione razionale che ha il paese» ma, ha avvertito, «questo è possibile solo se il popolo greco è in grado di giudicare razionalmente tramite le elezioni». Ma Bruxelles non è pronta a piegarsi e a modificare gli accordi conclusi con Atene. «Non c'è margine di manovra, si arriva giá appena a una diminuzione del debito con il programma che è attualmente sul tavolo», ha messo in chiaro il commissario Ue.

Se la Grecia uscisse dall'euro per l'Unione valutaria sarebbe il caos, afferma uno degli editorialisti di punta del Financial Times, Martin Wolf che oggi dedica una intera pagina di analisi alla situazione greca e alle sue ricadute per l'euro. Un precedente di questo tipo «frantumerebbe per sempre la fiducia sull'integrità dell'eurozona - avverte Wolf - e questo mette il blocco di fronte alla scelta se procedere ad una unzione più stretta o alla disintegrazione». «O l'eurozona è una valuta irrevocabile oppure non lo è - incalza l'editorialista - e se i Paesi in difficoltà La lasciano non lo e'.

[SM=g1430710]


Il Times: la società De La Rue si prepara a stampare dracme

Anche se nessuno glielo ha chiesto, il gruppo britannico De La Rue si sta preparando all'eventualità di stampare banconote alternative per la Grecia, nel caso dovesse abbandonare l'euro magari tornando alla dracma. Lo confermano fonti industriali a Dow Jones, dopo che indiscrezioni in tal senso erano state diffuse dal Times di Londra.


[SM=g1430739]
Reportage da prendere con le pinze visto che nel quadro di accentuata tensione e volatilità dei mercati le indiscrezioni allarmistici tendono a proliferare, salvo poi rivelarsi poco consistenti. E proprio su quest'ultima indiscrezione, le stesse fonti industriali ammettono che anche nell'ipotesi di un cambio di valuta in Grecia il compito di stampare nuove banconote verrebbe ricoperto dalla banca centrale del paese, e che le autorità greche non hanno effettuato alcun approccio verso De La Rue su queste ipotesi.

La società, che stampa circa 150 tipi di banconote per diversi committenti esteri tra cui anche l'euro, ha deciso autonomamente di attrezzarsi preventivamente. Secondo un analista del settore ci vogliono almeno sei mesi per preparare una nuova banconota, dato che bisogna poterne valutare i sistemi anti contraffazione.
[Modificato da udineipp53 18/05/2012 16:01]
19/05/2012 10:27
 
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Versamenti Imu, proroga in vista. All'esame un rinvio di venti giorni: alla cassa il 6 luglio


Proroga in vista per l’Imu. Non c’è pace per l’imposta municipale unica che, a meno di un mese dal primo appuntamento dei contribuenti con i versamenti, è ancora orfana di una circolare interpretativa che sciolga gli ultimi dubbi e questioni. Tanto che, calendario alla mano, secondo quanto risulta a ItaliaOggi si comincia a valutare l’ipotesi di un rinvio. L’ufficializzazione potrebbe arrivare a fine mese assieme ad un altro rinvio che gli operatori, visti i ritardi accumulati dall’amministrazione fiscale, danno quasi per certo, quello dei versamenti delle dichiarazioni dei redditi 2012 (si veda ItaliaOggi del 28/04/2012). Venti giorni, come ormai è diventata abitudine, per i versamenti del 16 giugno: si andrebbe quindi al 6 luglio iniziando a contare dalla data originaria del versamento (il 16 giugno è sabato per cui il termine è spostato al primo giorno lavorativo cioè il 18 giugno).
 

Le date sono identiche anche per il primo versamento del 50% o del 33% (a seconda che si scelga di pagare in due o tre tranche l’imposta) dell’Imu prima casa mentre è il 50% per l’Imu seconda casa. I tasselli che mancano per i dichiarativi riguardano Unico imprese in particolare e cioè il software Gerico che serve per il calcolo dei risultati degli studi di settore. Indispensabile per fare i conteggi del dovuto da inserire in dichiarazione e versare. Ma alcuni operatori sono possibilisti anche per una proroga che riguardi Unico persone fisiche. L’anno scorso infatti il rinvio era stata omnicomprensivo sui dichiarativi perché ci fu il debutto della cedolare secca, quest’anno, sempre legato agli immobili, c’è l’Imu.
23/05/2012 11:01
 
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[SM=g1430699] .....


Il braccio destro di Santoro si fa prendere dall’ansia di scoop e pubblica nome, cognome e foto della casa di un sospettato. La reazione di twitter: "È linciaggio?"
[SM=g1430712]
27/05/2012 12:26
 
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Caos euro, si rischia il ritorno delle dogane

La libertà di movimento all’interno dello «spazio Schengen» potrebbe diventare in prospettiva la vittima più illustre della crisi dell’eurozona. L’abitudine ormai consolidata per i cittadini europei a viaggiare senza più controlli alle frontiere rischia infatti di essere oggetto di limitazioni per iniziativa di quei Paesi che intendono opporsi a una prevedibile ondata migratoria proveniente dalla Grecia e da altre nazioni dell’Europa mediterranea.
Il ministro degli Interni britannico Theresa May, in un’intervista al Daily Telegraph, ha spiegato che il governo guidato dal conservatore David Cameron sta pianificando il ritorno ai controlli alle frontiere in previsione di un possibile collasso dell’euro. Oggi hanno libero accesso sul mercato del lavoro britannico i cittadini di tutti i Paesi dell’Unione Europea, con l’eccezione degli ultimi arrivati romeni e bulgari. Ma a Londra si teme che nel caso in cui Atene fosse estromessa dall’eurozona, milioni di greci precipiterebbero nella povertà e molti di loro sarebbero quasi obbligati a cercare lavoro all’estero.
Il fatto che il Regno Unito abbia mantenuto la propria valuta pur facendo parte dell’Ue ne fa una sorta di approdo sicuro e il rischio che al disastro greco possano seguire in un catastrofico effetto domino quelli almeno parziali di altri Paesi vulnerabili come Portogallo, Spagna e Irlanda spinge Londra a organizzarsi per tempo. Primo passo, ha spiegato il ministro May, sarà cercare di determinare l’eventuale aumento dell’immigrazione da questi Paesi europei nelle prossime settimane. Un compito che si rivelerà difficile, ha ammesso, senza introdurre controlli alle frontiere.
C’è un problema politico dietro questa decisione. Cameron, i cui indici di popolarità sono nettamente inferiori a quelli dell’opposizione laburista, si rende conto che il problema dell’immigrazione incontrollata è cruciale presso l’opinione pubblica del Regno Unito. In campagna elettorale, due anni fa, aveva promesso di limitare gli ingressi «a qualche decine di migliaia l’anno», ma le stime parlano di 250mila. Per questo Theresa May ha usato un linguaggio insolitamente aggressivo, affermando che il governo «darà agli immigranti illegali un’accoglienza veramente ostile». E addirittura il Times scrive che il partito conservatore potrebbe chiedere un referendum sull’uscita di Londra dall’Ue se la Grecia dovesse uscire dall’euro.
Ristabilire i controlli sull’immigrazione implica un’infrazione al trattato del mercato comune europeo, ma questo prevede la loro reintroduzione «in circostanze eccezionali». Londra potrebbe decidere di imporre limitazioni solo nei confronti di chi viene nel Regno Unito per cercare lavoro: a costoro potrebbe essere chiesto di munirsi di un apposito visto. Un’iniziativa che ricorda quella attuata dalla Germania e da altri Paesi dell’Europa centrale negli anni immediatamente successivi al 2004, quando la Polonia e altri Paesi dell’ex blocco comunista entrarono nell’Ue.
Ben nota agli italiani, perché riguardò il nostro Paese, la decisione dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy di bloccare la frontiera di Ventimiglia nell’aprile del 2011 per impedire l’arrivo in Francia di migliaia di profughi tunisini. In quella circostanza Sarkozy blindò il confine con l’Italia e minacciò la reintroduzione sistematica dei controlli di frontiera. Anche in quell’occasione, più che considerazioni immediate di ordine pubblico, furono valutazioni politiche a far agire così il presidente francese, che aveva fatto molte promesse ai suoi elettori in tema di controllo dell’immigrazione.
In ultima analisi, il clima che si sta creando a partire dalla crisi greca rischia di creare in tempi anche brevi le condizioni per la fine dell’Europa quale oggi la conosciamo. Anche se oggi a Londra si parla di controlli mirati su chi cerca di «invadere» il mercato del lavoro britannico, è chiaro che in prospettiva un ritorno alle vecchie frontiere potrebbe sembrare l’unica soluzione al problema innescato dal caos dell’euro.

[SM=x79786]
28/05/2012 08:51
 
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Scommesse, anche Conte indagato Arrestati Mauri e Milanetto


Stefano Mauri, capitano della Lazio. Archivio
Da questa mattina all’alba in tutta Italia sono in corso nuovi arresti nell’ambito dell’inchiesta Last Bet sul calcioscommesse. Il gip di Cremona, Guido Salvini, ha firmato la richiesta di custodia cautelare in carcere per Stefano Mauri, capitano della Lazio; Omar Milanetto, centrocampista del Padova, ex Genoa; Cristian Bertani, attaccante della Sampdoria, ex Novara; Paolo Acerbis, portiere del Vicenza; Alessandro Pellicori, ex attaccante del Torino; Marco Turati, difensore del Modena; Matteo Gritti, portiere dei romeni del Petrolul Ploiesti; Ivan Tisci, ex centrocampista e ora direttore sportivo. E’ stato chiesto anche l’arresto del bergamasco Vittorio Gatti, autotrasportatore, amico di Filippo Carobbio e di altri calciatori, e di cinque persone che farebbero parte della “cellula” ungherese dell’organizzazione criminale dedita al taroccamento delle partite in Italia: il capo Zoltan Kenesei, Matyas Lazar, Laszlo Schultz, Istvan Borgulya e Laszlo Strasser.

combine — Recita la nota della polizia di Cremona: "Dalle prime luci dell'alba, gli uomini della Polizia di Stato di Cremona, Brescia, Alessandria, Bologna e del Servizio Centrale Operativo (Sco) stanno eseguendo 19 provvedimenti restrittivi e numerose perquisizioni in Italia e all'estero nei confronti di appartenenti ad una organizzazione transnazionale dedita alla combine di partite di calcio (match fixing), operante in Italia e in diversi Stati esteri", si legge. "Tra gli arrestati Mauri Stefano, calciatore, capitano della S.S. Lazio e Milanetto Omar, già calciatore del Genoa, attualmente in forza al Padova calcio", aggiunge la nota, precisando che i destinatari dei provvedimenti devono rispondere "di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva".


L'allenatore della Juventus Anonio Conte. LaPresse
perquisita casa conte — Tra le perquisizioni in corso, una riguarda l'abitazione di Antonio Conte, tecnico della Juventus campione d'Italia ma l'anno scorso a Siena, il quale sarebbe a questo punto indagato. Perquisizioni anche nelle abitazioni di dirigenti e calciatori tirati in ballo da Carobbio per le presunte combine di Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena.

LA SCHEDA DI BERTANI — Dalle indagini sono arrivati altri riscontri alle dichiarazioni di Gervasoni e Carobbio in merito al ruolo di Bertani, che sarebbe stato davvero in possesso di una scheda telefonica "dedicata", ricevuta da uno degli Zingari tutt'ora latitante, Hristian Ilievski. Proprio l'analisi dei tabulati e delle celle avrebbe permesso di verificare il pieno coinvolgimento di Bertani nella combine di alcune partite del Novara, tra cui quella con il Siena, per la quale è stato tirato in ballo anche Conte.

coverciano — Nuvoloni neri e pioggia anche da Coverciano. Alle 6.25 si è verificato un accesso anomalo dai cancelli del centro tecnico federale. I rumors parlavano di una possibile perquisizione all'alba per acquisire del materiale di un azzurro. Si trattava di una Bmw chiara e una Punto nera. Targhe normali. Dentro 5 passeggeri, verosimilmente ufficiali di polizia giudiziaria in relazione all'inchiesta sul calcioscommesse seguita dalla procura di Cremona. Sono stati fatti passare, si sono fatti indicare gli alloggi dalla guardia all'ingresso. Oggi è il giorno in cui saranno annunciati dal c.t. Prandelli i 23 azzurri scelti per l'Europeo tra i 32 del primo listone.


Omar Milanetto ai tempi del Genoa. Ansa
SCULLI: DAL GIP NO ALL’ARRESTO — Il pm Roberto di Martino aveva chiesto il carcere per altri calciatori, ma il gip Salvini ha optato per misure alternative. Arresti domiciliari per Joelson Inacio, attaccante brasiliano del Pergocrema, ex Grosseto, e per due soci in affari dell’ex calciatore Gigi Sartor: si stratta di Luca Burini, promoter in Cina per un’azienda emiliana, già accusato di essere l’anello di congiunzione con i singaporesi, e di Daniele Ragone, commercialista di Parma. Questi ultimi due sono indagati anche per riciclaggio. Hanno evitato l’arresto Francesco Ruopolo, attaccante del Padova, ex AlbinoLeffe e Atalanta, e Kewullay Conteh, ex difensore di AlbinoLeffe, Grosseto e Piacenza: per loro solo obbligo di firma due volte la settimana, un “premio” per avere collaborato nelle ultime settimane con la giustizia sportiva. Il pm di Cremona aveva chiesto anche misure cautelari per Giuseppe Sculli, attaccante del Genoa, ex Lazio, ma nonostante i tanti indizi raccolti sul suo conto, soprattutto in merito alla presunta combine di Lazio-Genoa 4-2, il gip ha respinto la richiesta, in attesa di ricevere novità dalle indagini, che sono tutt’ora in corso.


Giuseppe Sculli, 31 anni. Ansa
SOSPETTI SU UN NAZIONALE — Secondo le prime informazioni, durante le attività investigative degli ultimi mesi sarebbero emersi particolari importanti sul ruolo avuto in almeno una combine da Domenico Criscito, attualmente a Coverciano (questa mattina alle 6.25 due auto sono arrivate a Coverciano, verosimilmente per una perquisizione o per acquisire materiale) con la Nazionale di Cesare Prandelli, e da Kakhaber Kaladze, entrambi difensori del Genoa nel 2010-11. Grazie agli accertamenti su tabulati, celle telefoniche e schede “dedicate”, gli investigatori avrebbero trovato prove concrete dei contatti avuti da Mauri e Bertani con il gruppo degli Zingari e della disponibilità dei due calciatori a manipolare le partite in cambio di somme di denaro. In corso anche perquisizioni nelle case di alcuni calciatori. Nuove prove sarebbero emerse sulle partite Lazio-Genoa 4-2, Lecce-Lazio 2-4 e Novara-Siena 2-2. La Procura di Cremona dovrebbe dare altri particolari in tarda mattinata nel corso di una conferenza stampa.
01/06/2012 17:13
 
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[SM=g1430724]


Assemblea del Pdl a Montecitorio. Il Cav annuncia idee pazze per il futuro del Paese: "Cominciamo noi a stampare l'euro con la nostra Zecca". Poi lancia un avvertimento ai vertici di Bruxelles: "Se la Ue non ci ascolta uscire dall'euro".

[SM=g1430738]
[Modificato da udineipp53 01/06/2012 17:13]
01/06/2012 17:17
 
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[SM=g1430718] "Non è evasione fiscale. La legge ci consente di pagare fra un anno la prima rata dell'Imu, usufruendo del cosiddetto "ravvedimento operoso", con una sanzione del 3,75 per cento e gli interessi legali"
[SM=g1430735]
01/06/2012 17:20
 
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[SM=g1430722]


Grecia, l'ultrasinistra avverte: se vinciamo, basta con i sacrifici
Il leader di Syriza lancia l'avvertimento: "Niente austerità anche a costo di uscire dai mercati per un decennio"

[SM=g1430699]
04/06/2012 16:20
 
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.......quando Elsina indica una giusta....indicazione "socio-lavorativa"....ecco i ..."corvi politici by voti elettorati"...che....

[SM=g1430721]

Scontro nel Governo sui lavoratori della Pa. Patroni Griffi: «Nessun licenziamento», Fornero: «Parità di trattamento con il privato»

[SM=g1430735] Fornero
06/06/2012 16:14
 
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[SM=g1430703]



"Un governo litigioso, una burocrazia radicata e inestirpabile e un primo ministro focalizzato solo sulla scena internazionale". Il Financial Times stronca il governo di Mario Monti. L'editoriale di Guy Dinmore pone l'accento sui dissidi in seno all'esecutivo, citando lo scontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera e i suoi colleghi di governo sul pacchetto di misure per lo sviluppo
07/06/2012 14:38
 
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..ma dai.....non essere...volgare .....
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Monti si boccia da solo:
"Potevo fare meglio"
Il professore: "Il governo ha perso l'appoggio dei poteri forti".

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10/06/2012 08:47
 
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......buona domenica forum.....
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Troppe tasse, la City ha già scaricato Monti

Roma Sulla prima pagina del Financial Times , specchio della finanza londinese, la «scalata al potere » del comico Beppe Grillo (in questo caso «not funny», anzi da prendere sul serio) ha preso il posto di «The Full Monti»,gioco di parole simpatizzante con cui il quotidiano economico salutò l’arrivo del Professore al posto di Silvio Berlusconi.

In un semestre le cose sono cambiate, molto (anche i poteri forti di Londra hanno girato le spalle a Monti?).Il Ft è passato dall’entusiasmo per quel «rivoluzionario a tempo » (« parenthetic revolutionary ») che- scriveva a gennaio Peter Spiegel da Bruxelles - «cavalca l’onda del consenso popolare e in Europa è ammesso nell’esclusivo direttorio una volta aperto solo a Merkel e Sarkozy», ai timori per i primi inciampi del suo governo, fino alla delusione, che è l’attuale stato degli articoli su Mario Monti. «La prossima settimana dovrebbe scrivere qualcosa su Monti il nostro direttore» ci anticipa il corrispondente a Roma del Financial Times , Guy Dinmore, che nell’ultimo pezzo descrive il premier italiano come un « technocrat prime minister », con la testa più a Bruxelles (le richieste dei partner Ue) che a Roma (i problemi degli italiani),immobilizzato tra«un gabinetto litigioso» e una «burocrazia inestirpabile».

«Parlo con molti economisti della Citye lì ci sono valutazioni differenti su Monti, ma il senso generale è di delusione. Se c’è una linea del mio giornale sul governo italianoè che l’Europa ha bisogno di crescita, e aumentare le tasse non è un buon metodo per stimolarla. C’erano delle aspettative su di lui, ma finora le ha disattese. Monti non ha fatto niente sulle privatizzazioni, né sulla vendita degli immobili dello Stato. Sulla riforma della giustizia è praticamente fermo, eppure gli investitori non vengono in Italia anche perché la giustizia civile ha tempi infiniti, tre anni in media per un processo.

E infatti nell’ultimo report della Banca mondiale, Doing Business , l’Italia è all’ 87esimo posto su 183 (e nel ranking sull’efficacia della giustizia è al 158esimo, ndr). Il livello delle tasse italiane è un altro elemento che allontana gli investitori, e Monti le ha alzate, certamente anche perché deve contrastare un debito pubblico altissimo».

Il Monti raccontato dal Ft somiglia ad un superburocrate europeo «concentrato sull’arena internazionale » più che sul fronte domestico, che per Monti sarebbe secondario- sostiene Dinmore citando una fonte di governo - rispetto al suo «crescente ruolo di coordinatore, all’interno della Ue e del G7, delle politiche di contrasto alla crisi del debito». Altro problema del Professore, la sua squadra: «Tra i ministri ci sono alcuni che hanno delle ambizioni politiche, e questo non aiuta Monti» (il nome a cui pensa è soprattutto quello di Passera).

Quel che ancora si riconosce al professore è un livello di credibilità internazionale più alto dei suoi « competitor politici». «In questo momento, sebbene la sua leadership sia deludente, non si vedono alternative dentro i partiti, e questo governo è ancora giudicato migliore dei precedenti» dice il giornalista del Ft . «I mercati sanno bene che non spetta solo a Monti risolvere una crisi che è internazionale. L’Italia è in recessione, ma il primo trimestre ha segnato il ritorno nella recessione anche per la Gran Bretagna, e persino la Germania è ferma. Monti deve essere più ambizioso, soprattutto nel taglio della spesa. La spending review di Bondi e le privatizzazioni sono due operazioni molto importanti, che darebbero fiducia agli investitori internazionali». Senza cambio di marcia su crescita e tagli, gli editoriali del Ft su Monti non torneranno più al registro iniziale.

E, una volta perse le speranze, si concentreranno sull’«italian Jiminy Cricket», il Grillo parlante: «Beppe Grillo ha capito che il sistema politico in Italia si è rotto, e dice quello che gli italiani pensano» (Grillo era sulla prima pagine del Ft , il 5 giugno). Essere spodestato da un comico, sulla bibbia dei banchieri europei, sarebbe davvero il colmo per Mario Monti.

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